di Dario Frau
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Anche la lavorazione della ceramica può essere un mezzo per stimolare la creatività la fantasia e la genialità. È questa l’attività che è stata realizzata tra maggio e giugno, nel Centro di Aggregazione Sociale di via Su Rieddu. Un laboratorio per adulti che ha visto la partecipazione di una quindicina di donne per modellare l’argilla e riprodurre reperti/oggetti del periodo nuragico.
L’iniziativa fa parte del progetto Elisir, predisposto nell’ambito del Plus (Piano locale unitario dei servizi alla persona) distretto di Guspini, patrocinato dal Comune di Pabillonis e gestito e coordinato dalla cooperativa AlfaBeta. Sono diversi i progetti programmati dal Plus in questo ambito educativo e sociale, in diversi comuni del circondario, iniziative di promozione sociale che coinvolge piccoli, giovani e soprattutto adulti. In un mondo sempre più permeato da individualismo, mancanza di comunicazione e di relazioni comunitarie, l’iniziativa, come quella attuata nel Cas a Pabillonis, sono diventate sempre più interessanti, allettanti e coinvolgenti. È questo in effetti, è stato anche il Laboratorio Archeologico, strutturato su due ore settimanali, che si è concluso con una visita guidata nella città punica-romana di Tharros.
Il laboratorio è stato condotto da Alessandra Massenti e Sandro Atzori, due esperti studiosi, della Cooperativa Villa Abbas che gestisce il Museo Archeologico di Sardara. L’esperienza e le competenze dei due docenti hanno motivato e coinvolto le allieve in modo sorprendente. «Sono state molto interessate e hanno seguito con attenzione e applicazione le indicazioni suggerite, realizzando i manufatti proposti con particolare abilità», spiegano i due docenti. Un tripode, collane e gioielli e una lucerne, a barca o a barchetta del periodo nuragico, sono stati gli oggetti proposti. È stata questa, con la tecnica del “colombino” e con un attento uso della sgorbia, della spatola e una spugnetta per le rifiniture, a dare vita alla “lucerna a barca”. Prima, però, Alessandra ha tenuto una sintetica, ma indispensabile lezione teorica, con immagini e dettagli, sul periodo nuragico e le caratteristiche sulla produzione della ceramica che veniva prodotta in quell’epoca. Poi le allieve dopo la lezione teorica che hanno seguito con particolare attenzione, alla presenza anche di Adele Frau della cooperativa Alfabeta, sono passati all’attività pratica nelle varie postazioni già predisposte, da Alessandro, con le singole tavolette da lavoro. Soddisfazione e gratificazione sono stati i commenti, unanimi, delle allieve su questa esperienza laboratoriale. Diverse anche le motivazioni di questa partecipazione. «Ho scelto questa attività perché mi piace lavorare con l’argilla, ho realizzato anche altri oggetti in ceramica, ma questo è particolare poiché mi ricorda la mia infanzia in Calabria, dove sono nata, quando mia nonna utilizzava un tipo di lucerna a olio e anche a petrolio», racconta Sara Cannatà.
Anche Mariangela Cuccu è molto appagata di questa nuova esperienza: «ho partecipato anche ad altri laboratori che vengono attuati qui al Centro di Aggregazione, ma questo sulla ceramica è quello che mi è piaciuto di più e anche se è la prima volta, sono soddisfatta di quanto ho saputo fare”. Per Anna Tomasi, collaboratrice scolastica in pensione, il corso è un momento «dove posso dedicare il tempo libero a me stessa, dopo tanti anni di lavoro trascorsi nelle scuole della provincia; mi piace, inoltre, stare con le altre persone, si parla, si discute e oltretutto sto scoprendo delle attitudini e capacità con la lavorazione con l’argilla, che pensavo di non avare».
Lucia Fanari, molto attenta nella realizzazione della sua lucerna, confida: «stare insieme è un’esperienza positiva dove puoi socializzare con altre persone: è un’occasione e un’alternativa al trascorrere le ore libere a guardare la tv a casa, per questo ho partecipato, quando ho potuto, anche alle altre iniziative di questo tipo». Motivazioni simili vengono espresse anche dalla sorella Vitalia: «il laboratorio archeologico è molto interessate, per me è stato molto utile, poiché ti metti in discussione e scopri alla fine che possiedi tante qualità che non hai potuto mettere in evidenza prima». «Con la frequenza di questo corso ho potuto ampliare le mie conoscenze artistiche e storiche, grazie alle visite guidate al museo archeologico, al villaggio nuragico di Santa Anastasia e alla chiesa di San Gregorio di Sardara che mi è piaciuta molto», dichiara Vitalia, che precisa: «per me la ceramica ha anche una valenza particolare poiché mia figlia era un’appassionata di ceramica e lavorava in una cooperativa di ceramiste: a casa ho ancora il tornio e tutti gli strumenti per la lavorazione dell’argilla». Luisella Lisci, all’inizio era un po’ scettica su questo laboratorio: «Pensavo fosse un’attività come i ragazzi fanno a scuola, invece mi sono ricreduta, poiché già alla prima lezione ho realizzato un bellissimo oggetto di cui vado fiera». Paola Olmo ha scelto di fare questa esperienza con convinzione: «mi piaceva l’idea di realizzare oggetti che appartenevano al nostro passato storico, con attenzione e applicazione sono riuscita a fare il tripode e la collana e oggi la lucerna e sono fiera di quanto ho realizzato». Anche Luisella Accossu è contenta e soddisfatta di questo tipo di attività: «oltre alla realizzazione di questi reperti in ceramica mi danno tanta soddisfazione, mi piace stare insieme, parlare e discutere con le altre persone». Stesse motivazioni le esprime anche Maura Floris: «è un’occasione per stare insieme e la realizzazione di questi oggetti mi appaga e mi dà tanta soddisfazione». Queste considerazioni e dichiarazioni, sono in effetti, simili e comuni a tutte le allieve e all’unanimità mettono in evidenza la bravura, la competenza e la disponibilità di Alessandra e Sandro. Un desiderio? «Vorremmo chiedere al sindaco che venga organizzato un altro laboratorio di questo tipo», è la risposta delle allieve.
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