di Dario Frau
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È stata celebrata con una numerosa partecipazione di fedeli la Domenica delle Palme.
Un significativo rito religioso che ricorda ai cristiani il trionfale ingresso a Gerusalemme di Gesù in sella a un asino e osannato dalla folla che lo salutava agitando rami di palma e di ulivo.
Anche la cerimonia che si è svolta nella piazza antistante la chiesetta di San Giovanni Battista ha ricordato questo avvenimento quando i fedeli, quasi all’unisono, hanno alzato i ramoscelli di palma e di ulivo per ricevere la benedizione impartita dal parroco don Luca Pittau.
Subito dopo, i fedeli, in processione si sono avviati nella chiesa parrocchiale della Beata Vergine della Neve dove è stata celebrata la messa solenne.
I ramoscelli dorati, per adornare la chiesa, come sempre sono stati preparati dal “Comitato Su Santissimu”, e come l’anno scorso non è stato facile reperirle.
Come mai?
«Purtroppo, quasi tutte le palme esistenti nel nostro territorio sono scomparse o meglio si sono seccate a causa di una malattia», fa notare Federico Frau, che fin da piccolo ha appreso l’arte dell’intreccio dagli anziani e che insieme a Nazario Saba, un altro esperto nell’intreccio, si sono sempre occupati della ricerca e del taglio de “su pizzu” per confezionare i rametti.
«Per fortuna una persona ha offerto tre piante, ma “is pizzus” tagliati sono bastati solo per l’intreccio “de Sa Prama de Passiu” e per adornare l’altare e non per offrirle alla popolazione», spiegano i due volontari che fino a pochi anni fa preparavano i rametti per la comunità. Come da tradizione, “Il primo atto”, spiega Nazario Saba, “è stato quello di chiedere alla proprietaria delle palme, il permesso di entrare nel suo orto e se aveva piacere di offrire “Sa prama” alla chiesa”.
Lunedì 18 marzo, di mattina presto, è avvenuto il taglio di “Su Pizzu”, che si trova nella parte interna della chioma della pianta.
«Ne sono stati tagliati 4/5 per ogni pianta», precisa Federico Frau, «e subito dopo, la chioma è stata accuratamente legata, per proteggere “Sa Ghia”, (il germoglio riproduttore) che ne rigenererà, altrettanti, il prossimo anno».
Portati is pizzus in un locale apposito del salone parrocchiale, ogni “pizzu”, lungo anche due metri, è stato sezionato, “e sono stati ricavate diverse “prama de populu” e qualche “Prama Pintada”. Tra queste è stata realizzata anche “Sa Prama de Passiu”, lavorata su un unico “pizzu”, con “cinqui nuxis” (intrecci molto elaborati), che rappresentano le piaghe del costato, dei piedi e delle mani del Cristo e che è stata consegnata al sacerdote per essere utilizzata durante la celebrazione della Passione e in “Sa Missa Manna” della Domenica delle Palme.
Nonostante la drastica riduzione di queste piante, in paese, comunque, durante la benedizione delle palme, che si è svolta in piazza San Giovanni, non solo mancati i fedeli con i ramoscelli dorati che si sono procurati da privati, mentre altri avevano quelli d’ulivo.
Tra i privati che si sono occupati di reperire i ramoscelli di palma per distribuirli ai compaesani, c’era anche Domenico Pia, che ha appreso l’arte dell’intreccio dal padre Antonio: «Ho girato la campagna per trovare qualche palma, purtroppo sono sempre meno e ho potuto intrecciarne solo alcune decine di rametti”.
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