di Anna Luisa Garau
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Nella via Su Rieddu, in prossimità del Centro di aggregazione sociale, si trovano i resti di due fonti tanto care ai pabillonesi.
La prima, immersa nel verde, e non distante da Riu bellu è di origine romana.
Un tempo le donne pabillonesi, “con sa marighedda in conca”, andavano a fare la provvista d’acqua.
Dalla fonte fuoriusciva una grande quantità d’acqua di ottima qualità, per le sue caratteristiche organolettiche.
Per approvvigionarsi, diverse persone venivano anche dal circondario, in particolare da Sardara.
La fonte, bellissimo esempio di architettura romana, conserva ancora oggi lo splendore e il fascino dei tempi passati.
La seconda fonte, “sa mitza de su para”, ha la bocca murata perché le falde acquifere si sono esaurite.
Come per tutte le cose antiche, su di loro aleggiano storie intrise di mistero.
Specialmente nelle lunghe notti calde d’estate, quando nei “Bigiaus” si ci si riuniva per prendere il fresco, gli anziani erano soliti raccontare ai bambini e ai più giovani, che vicino a “sa mitza de su para”, durante la notte, vagava un frate.
Storie diverse, non scritte, ma tutte avvolte nel mistero.
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