di Dario Frau
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Verrà proposta, sabato 23 marzo, il DanteDì, la giornata dedicata a Dante Alighieri.
La celebrazione in questo mese, secondo la tradizione e gli studiosi, sarebbe il periodo d’inizio del viaggio nell’aldilà della Divina Commedia avvenuta, appunto, il 25 marzo del 1300.
A promuovere l’iniziativa sul poeta fiorentino è l’“Associazione Voci in Armonia”, diretta da Paola Usai, con la partecipazione della Biblioteca comunale, del coro Voci in Armonia e coro Voci Bianche, scuole infanzia, primaria e secondaria di 1° grado e la scuola di ballo Azzurro Latino.
Quest’anno, le iniziative, che vedranno impegnati diversi gruppi musicali, di ballo e alunni della scuola, si svolgeranno sabato alle 18, nel salone parrocchiale.
Gli elaborati artistici realizzati verranno ulteriormente esposti, assieme alla mostra bibliografica, nella biblioteca comunale di via Su Rieddu.
Il programma della serata inizierà con un brano sulla lingua italiana musicato da Cocciante, poi sarà il turno dei bambini che attraverso le parole e il canto presenteranno Beatrice e Dante. Seguiranno le esibizioni e performance dei bambini e degli alunni delle scuole che presenteranno anche degli elaborati.
Non mancheranno il canto e la danza con l’esibizione dell’associazione Azzurro Latino e dei piccoli della Scuola Infanzia. Una parte significativa avrà il Coro Voci in Armonia che eseguirà dei brani sul tema “Dante e le donne”, con l’interpretazione di alcuni cantautori quali De Andrè, Nannini, Battiato e autori classici.
«Quest’anno abbiamo scelto come sottotitolo “Dante e le donne”, suggerito un po’ dai tragici fatti di cronaca che continuamente si presentano, e dovremmo prendere come esempio Dante, che nel sonetto “Ne li occhi porta la mia donna amore”, tratto dalla Vita Nova, afferma che la presenza, la visione e il saluto della donna nobilitano l’uomo e lo rendono immune da sentimenti negativi quali la superbia e l’ira (la violenza)».
La manifestazione del DanteDì, inoltre, secondo gli organizzatori, «vuole essere un’occasione per richiamare alla memoria e far conoscere “Il Padre della Lingua italiana, con un approccio alternativo e attraente anche alle nuove generazioni».
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