È un paese di artigiani e di artisti. Così Pabillonis è famoso in tutta la Sardegna per la produzione di pentole con un’intensa lavorazione delle argille locali, che copriva il novanta per cento della richiesta di pentole dell’intera Sardegna. Era un’attività che occupava numerose case-laboratorio e si tramandava di padre in figlio e che è stata decimata a causa dell’avvento delle stoviglie da cucina in metallo.
Ma oggi a Pabillonis non mancano nuove forme di artigianato come la cestineria, la tessitura e la coltelleria. Da diversi artigiani locali è possibile ammirare e comprare esemplari di cestini intrecciati con diverse materie prime: l’asfodelo, la palma nana, il giunco, il fieno, la canna e il salice. La produzione è molto ampia e ci sono piatti o fondi, con o senza manici.
Quelli più particolari sono i cestini ideati e realizzati per contenere le pentole che andavano in vendita in giro per la Sardegna. Nei tempi antichi le donne del paese giravano l’isola a piedi, trasportando in equilibrio sulla testa le ceste (crobis) dentro cui era contenuta sa cabidada, una serie di pentole composta da cinque pezzi. Uno squarcio della vita d’un tempo di Pabillonis e del territorio limitrofo lo si può godere nella bellissima casa-museo (situata in vico Tasso, a due passi dal municipio)
In più va ricordato che Pabillonis produce il 90 per cento dei fuochi d’artificio fabbricati nell’Isola, e che li esporta anche all’estero. Di fabbriche fuochi ce ne sono addiritturatre, proprietà di famiglie di origine napoletana (Oliva) ma qui trapiantate da diverse generazioni. Gli spettacoli sono tanti in particolare ad agosto con la festa patronale, dedicata alla Madonna della Neve, e poi a fine settembre con il rito de sa coja pabillonesa, un matrimonio in costume secondo tradizione. Il territorio di Pabillonis, inoltre, è ricco di presenze archeologiche, tra cui spiccano diversi nuraghi e siti funerari che datano dall’età punica all’Alto Medioevo.
Renato Sechi
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