di Maurizio Onidi
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In Sardegna ci sono diverse società sportive che declinano l’educazione allo sport come un processo che va oltre la formazione fisica, abbracciando valori fondamentali come il rispetto delle regole e “dell’avversario”, la lealtà e il concetto di lavoro di squadra.
La Pallavolo Sanluri da sempre si contraddistingue fra queste come ci conferma Elio Gola, dirigente, allenatore della U15 e giocatore della serie D, in società da 40 anni.
«La filosofia è da sempre quella della promozione dell’attività sportiva come momento educativo all’attività motoria ma anche allo sviluppo di competenze trasversali come l’organizzazione dei tempi e la gestione delle relazioni sociali con i compagni di squadra, gli altri atleti, la società, i tecnici, in poche parole un lavoro a 360 gradi che accompagna i ragazzi all’educazione allo sport nelle sue tante sfaccettature che si traducono nei concetti di rispetto, sostegno reciproco, autostima, lealtà, unione, tenacia ma anche nella capacità di accettare l’errore e la sconfitta come componenti imprescindibili nella vita come nello sport. Al primo posto nella scala valoriale della Pallavolo Sanluri resta, alla fine, la componente ludica che è propria di un’attività che si chiama non a caso “giuoco della pallavolo” e come tale deve essere intrapresa e perseguita pur nella difficile gestione della carica agonistica che imprescindibilmente è presente in tutte le attività non prettamente ludiche. Per aiutare gli atleti in questo complicato equilibrio tra ricerca del risultato e divertimento, i tecnici vengono scelti attentamente e quasi sempre formati in seno alla società, proprio per garantire la condivisione di questa visione comune».
Quando nasce la vostra società?
«Pallavolo Sanluri nasce nei primissimi anni 80 su iniziativa di un giovanissimo Andrea Garau, insegnante di educazione fisica all’Istituto Calasanzio dei Padri Scolopi, che mettendo insieme alcuni alunni dell’Istituto a cui ben presto si sono aggiunti gli amici e gli amici degli amici, ha dato vita ad una prima squadra di pallavolo a Sanluri. Dopo le esperienze dei campionati non federali, ben presto la società, con il nome di Pallavolo Calasanzio si affaccia al mondo dei campionati federali e anno dopo anno consolida attività ed esperienze aggiungendo prima un settore femminile, poi inserendo le relative squadre giovanili dei settori maschile e femminile. Ormai più di un decennio fa, la società ha abbandonato il nome Calasanzio in favore dell’attuale Pallavolo Sanluri che sottolinea da un lato una realtà più ampia di quella scolastica degli esordi e dall’altra ne rimarca il legame con il territorio anche se oggi in Pallavolo Sanluri troviamo ragazzi che arrivano da tutto il Campidano e oltre. D’altra parte è ormai difficile se non impossibile pensare di formare le squadre esclusivamente con ragazzi sanluresi. Al calo demografico e all’invecchiamento della popolazione va registrata infatti, fortunatamente, una crescita esponenziale dell’offerta sportiva per cui i giovani, che prima ruotavano intorno a tre quattro sport al massimo, oggi possono scegliere tra decine di attività diverse. Il nostro obiettivo principale non è però quello di inserire giovani atleti da altre discipline o da altre società, quelle sono scelte spontanee che ogni ragazzo può e deve fare in piena libertà e ovviamente le porte sono sempre aperte. Il lavoro più complicato a cui dedichiamo molte energie in termini di reclutamento è quello di stimolare ragazzi che non praticano, o non praticano più, nessuna attività sportiva che invece è fondamentale per il benessere psicofisico dei giovani e dei meno giovani. Da qualche anno abbiamo infatti anche una squadra che disputa un torneo “amatori” che consente ai diversamente giovani di tenersi in allenamento e coltivare anche da grandi la passione per il volley».
Siete soddisfatti del lavoro che portate avanti da tanti anni?
«Uno dei recenti risultati, di cui andiamo particolarmente orgogliosi, e quello di essere riusciti a ricostruire un settore maschile con una squadra giovane che disputa il campionato regionale di serie D a cui si affianca una squadra di giovanissimi atleti che quest’anno ha esordito nel campionato Under 15, risultato che arriva dopo sei anni di intenso lavoro, in cui abbiamo dovuto affrontare anche l’emergenza covid. Se il settore maschile, un po’ in tutta la regione, soffre la carenza di giocatori, probabilmente perché il calcio, in Italia, è quello che raccoglie ancora i maggiori consensi, sul fronte femminile, almeno numericamente la realtà è più rosea. Sanluri non fa eccezione e infatti con il settore femminile copriamo praticamente tutte le fasce d’età: dalle attività miste per i più piccoli fino alla serie C regionale in cui le ragazze hanno recentemente conquistato la possibilità di giocare la pool promozione per la serie B. Abbiamo festeggiato i primi 40 anni di attività in sordina a causa del covid, questo non rende meno importante il traguardo e ogni tanto guardiamo indietro per non dimenticare quello che abbiamo fatto. Centinaia di atleti, decine di tecnici e moltissimi appassionati hanno ruotato attorno a questo progetto che va avanti dai primi anni 80. Siamo consapevoli di questo importante bagaglio ed é la linfa vitale che nonostante diversi momenti difficili permette di guardare al futuro con rinnovato ottimismo».
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