Secondo Luciano Uras di Campo Progressista, “l’andamento dell’economia italiana non è indifferente per il destino del Bilancio della Regione”. Da qui tutta una serie di considerazione che esponiamo integralmente.
“La mancata crescita determina una contrazione delle entrate erariali più sensibili nelle Regioni con sistemi industriali in crisi e in definizione di modelli di sviluppo alternativi. La Sardegna è una Regione che per queste ragioni è destinata nel prossimo sessennio Comunitario a rientrare tra quelle in maggiore difficoltà, per un Pil falcidiato dalla crisi del 2008 e ancora in fase di recupero.
Il prossimo anno si annuncia un anno di stagnazione economica a causa delle politiche governative giudicate “non espansive” ma anzi destinate a determinare processi di contrazione della produzione e dello sviluppo delle nuove attività. Politiche carenti sul piano degli investimenti che aumentano le spese correnti e destinano l’intero mezzogiorno e le isole a una funzione prevalente di mercato di consumo, anche debole.
Contro la Sardegna persiste, inoltre, un atteggiamento da parte del Governo assolutamente inaccettabile, di tipo dispotico. Lo stato pretende dalla Sardegna 536 milioni, violando anche le decisioni della Corte Costituzionale in materia di contributo alla finanza pubblica, da parte delle Regioni Autonome.
Se a quei 536 milioni di euro unilateralmente trattenuti dallo Stato, aggiungiamo l’aggravio derivante dalla bolletta energetica dovuta alla esclusione storica della Sardegna dalle reti nazionali energetiche, il mancato trasferimento di risorse connesse alle campagne nazionali di riduzione dei costi sanitari a carico dei cittadini per specifiche patologie o sui ticket e super ticket, che invece finiscono sistematicamente nelle casse delle Regioni del Nord, il conto è preso fatto.
Per la Sardegna questo Governo è una vera sciagura perché costerà nel prossimo anno circa un miliardo di mancate entrate dovute al combinato disposto della annunciata crisi di stagnazione dell’economia nazionale, con le pretese unilaterali e giuridicamente illegittime del contributo di finanza pubblica (536 milioni) e della discriminazione ingiustificata operata nei trasferimenti per le campagne nazionali in materia sanitaria e per il persistere della esclusione della Sardegna dal sistema infrastrutturale nazionale dell’energia e delle comunicazioni. Pensiamo quanto incide, in Sardegna, l’assenza di trasporto ferroviario ad alta velocità sulle possibilità di sviluppo e di effettivo contrasto allo spopolamento”.
Per Campo Progressista, il Governo “Giallo Verde” è un pericolo per l’economia della Sardegna

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