Il Direttivo di Confindustria Sardegna riunito ieri sera ad Oristano ha espresso grande preoccupazione per l’evoluzione del confronto in seno al Consiglio regionale della Sardegna sul ddl 130 sull’edilizia, constatando come il testo in via di approvazione risulti decisamente peggiorativo rispetto alle precedenti stesure. Ritiene in particolare di dover sottolineare che se il provvedimento dovesse essere approvato nell’articolazione e con le nuove disposizioni così come vanno configurandosi, ci si troverebbe al cospetto di un ulteriore gravissimo attacco all’economia della Sardegna. Verrebbero infatti duramente colpiti non solo settori trainanti dell’economia regionale che attendono risposte esiziali quali l’edilizia, con il suo vastissimo indotto, e il turismo ma anche le attese di riqualificazione degli insediamenti manifatturieri e dei servizi. Al riguardo non può considerarsi compensativo ed alternativo il solo impegno previsto dalla finanziaria regionale per gli investimenti in infrastrutture.
Il Direttivo di Confindustria ha evidenziato i riscontri straordinariamente positivi ed aggiuntivi, in termini di occupazione e di investimenti, peraltro totalmente privati, direttamente scaturiti dall’applicazione della precedente legge regionale sulla casa che, non incompatibile con il Piano Paesaggistico, ha contribuito, come sottolineato anche dai rappresentati dell’Ance Sardegna, ad attenuare in misura rilevante gli effetti della devastante crisi che ha colpito la nostra regione. L’imprenditoria isolana ha dimostrato grande attenzione nell’utilizzare lo strumento normativo allora vigente, con interventi di valorizzazione, senza consumo di nuovo suolo e salvaguardando la risorsa ambientale.
Una legge adeguata, comunque non sostitutiva di una necessaria normativa urbanistica e di governo del territorio, è dunque l’unica e immediata possibilità d’intervento e di abbellimento del patrimonio edilizio, con effetti sull’efficientamento energetico, a vantaggio della qualità abitativa, dell’attrattività turistica, della creazione e distribuzione del reddito e dell’occupazione in tutti i territori dell’isola.
Confindustria Sardegna ritiene quindi irragionevoli, fino a rischiare di divenire inutili e controproducenti, le nuove ipotesi che anziché perseguire la strada della soddisfazione dei bisogni sociali, dello sviluppo economico ed occupazionale, dei miglioramenti urbanistici e della semplificazione amministrativa, appaiono esclusivamente d’inibizione sostanziale di qualsiasi opportunità d’intervento.
Auspica pertanto che il Consiglio Regionale e le forze politiche sappiano ascoltare e correttamente interpretare la sollecitazione a produrre finalmente quella risposta da troppo tempo attesa dai cittadini, dai lavoratori, dalle imprese e dai territori della Sardegna.
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