di Gianni Vacca
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L’ultima massiccia dose di sversamenti carichi di metalli pesanti altamente inquinanti che per alcuni giorni hanno colorato di rosso l’arenile del litorale di Piscinas è arrivata accompagnata da non pochi allarmismi, direttamente al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica guidato dall’O. Gilberto Pichetto Fratin.
La richiesta per un incontro sulle mancate bonifiche alle aree ex minerarie di Montevecchio Ponente inviata dal comune di Arbus a firma del Sindaco Paolo Salis ha trovato immediata soddisfazione con la convocazione in data 10 aprile dello stesso presso la Commissione Ambiente presieduta dal Sottosegretario di Stato all’Ambiente e della Sicurezza Energetica On. Claudio Barbato.
«La presente per significare – afferma il sindaco nel corso del suo intervento – l’ennesimo danno di immagine subito dal mio comune a seguito dei mancati interventi di bonifica sulle aree ex minerarie presenti nel territorio comunale di Arbus. In particolare modo rilevo l’ennesima esposizione al pubblico ludibrio a cui la mia comunità viene condannata a seguito dello stallo tecnico e amministrativo del progetto pilota a carico della società regionale Igea SpA che avrebbe potuto consentire il prelievo a monte dell’acqua di falda che oggi fuoriesce dal pozzo Casargiu e nel cui tragitto verso il mare sedimenta nel letto del suo corso residui di materiali ferrosi dando origine al cosiddetto “fiume rosso” che deturpa significativamente il compendio dunale di Piscinas inserito peraltro all’interno di un Sito di Interesse Comunitario».
«Trent’anni di promesse mancate e impegni traditi – rimarca il sindaco – non possono più essere taciuti dalle istituzioni di ogni ordine e grado; nonostante la politica abbia individuato precisi percorsi di riabilitazione ambientale assistiamo sgomenti a farraginosi intoppi burocratici che continuano ad impedire le legittime aspettative di riscatto e di sviluppo che il territorio arburese da anni attende».
Forti le preoccupazioni espresse in modo bipartisan nel corso degli interventi da tutte le forze politiche presenti in commissione.
«Sono soddisfatto della preoccupazione condivisa che tutte le forze politiche parlamentari hanno espresso rispetto agli ingiustificabili ritardi delle bonifiche nel territorio arburese – dichiara in una nota stampa l’On. Gianni Lampis componente della Commissione Ambiente. A fronte di una precisa volontà politica che ha dato precisi indirizzi affinché le bonifiche vengano fatte, ancora la burocrazia blocca progettualità e autorizzazioni».
Chiaro il riferimento dell’On. Lampis ai 460mila euro finanziati nel 2020 dall’Assessorato all’Industria della Regione Sardegna e non ancora utilizzati per assurdi inghippi burocratici.
«Su una cosa voglio essere chiaro – aggiunge con una nota di disappunto il parlamentare: denuncerò pubblicamente eventuali condotte omissive di chi è responsabile dei ritardi accumulati nel tempo. Le prove di pompaggio sul progetto sperimentale che andrebbe a prosciugare pozzo Casargiu sono ferme su un parere che da mesi nessuno rende».
Casargiu: Immediato sopralluogo e tavolo tecnico.
Immediato il sopralluogo da parte del Sottosegretario Claudio Barbato recatosi ad Ingurtosu a pozzo Casargiu per una verifica personale alcuni giorni dopo l’udienza in commissione.
Da qui la nuova immediata convocazione di un tavolo tecnico che il Capo Dipartimento Laura D’Aprile ha stabilito per il 7 maggio al fine di acquisire un quadro aggiornato dello stato degli interventi di bonifica e messa in sicurezza delle aree interessate. Saranno presenti oltre ai sindaci dei Comuni di Arbus e di Guspini a capo di territori entrambi interessati alle bonifiche, la Regione Autonoma della Sardegna, la Provincia del Sud Sardegna, la Prefettura di Cagliari, l’IGEA, ARPAS, ISPRA, ISS.
Attesa da un intero territorio la decisione finale che porti dopo anni alla definitiva soluzione del problema.
“Trent’anni di promesse mancate e impegni traditi non possono più essere taciuti dalle istituzioni di ogni ordine e grado. Sgomenti si assiste a farraginosi intoppi burocratici che continuano a impedire le legittime aspettative di riscatto e di sviluppo che da anni l’arburese e con esso intere popolazioni locali attendono da anni”.
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