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Cultura

Polvere della Memoria, la mostra collettiva di Montevecchio

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di Alessia Vacca
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Inaugurata il 1° maggio in occasione della Festa del Lavoro, la mostra collettiva e semipermanente Memoria della polvere realizzata presso i Cantieri di Levante della Miniera di Montevecchio, sarà disponibile fino al 30 ottobre. L’allestimento, curato dall’associazione cagliaritana Castia Arts, propone al visitatore una nuova e inedita prospettiva sul mondo della miniera, ponendo le persone e i lavoratori al centro di questi luoghi come donne e bambini troppo spesso poco menzionati o del tutto trascurati, riunendo opere di pittura, scultura, fotografia e diversi pannelli d’installazione.

«La mostra collettiva “Polvere della Memoria” offre uno sguardo nuovo sul mondo delle miniere. È materia vivente che conferisce nuove forme, racconti e orizzonti, stavolta artistici, ai nostri luoghi, alle storie degli uomini e delle donne di Miniera» – ha commentato l’assessora alla cultura, all’istruzione e ai beni culturali, Francesca Tuveri.
«Per noi è importante ricordare e parlare del mondo delle miniere e avere una mostra con artisti di tale spessore a Montevecchio. Oltre alla valorizzazione del sito, ci auguriamo che tale mostra, davvero significativa, possa arricchirsi di altri contributi relativi alle nostre miniere di piombo e zinco, tra le più importanti d’Europa» , le parole di Marcello Serru, assessore all’ambiente e alle opere pubbliche.
Ambienti, stili di vita, desideri e svaghi sono stati descritti da Beppe Fumagalli e interpretati dagli artisti del gruppo cagliaritano Castia, Enrica Badas, Paola Falconi, Francesca Sorrentino, Romeo Pinna, Josto Mura, Alberto Masala, Carlo Cicci Borghi, Carlo Nieddu Arrica. Tra le installazioni una dedica anche agli animali: la collezione Canàriu di Josto Mura, ricorda il canarino delle miniere, che accompagnava i minatori in profondità e la cui buona salute era indice di un’aria che fosse respirabile anche per i lavoratori.

«In un’epoca come la nostra che smaterializza e distrugge il lavoro – si legge sul materiale descrittivo della mostra – quei ritratti severi di lavoratrici e lavoratori, sono stati elaborati da Giovanni Sesia, stesi su tavola e sospesi come icone sullo sfondo dorato, che da sempre santifica gli esseri umani e i loro sacrifici. La loro fatica quotidiana è stata rappresentata in forma eroica nella scultura di Andrea Forges Davanzati e in chiave ironica nelle installazioni di Davide Volponi. Polvere della memoria esprime la speranza che Montevecchio e tante altre località non finiscano come la Macondo di Cent’anni di solitudine, “Spianata dal vento e bandita dalla memoria”. Luoghi di sofferenza e fatica, le miniere sono state anche laboratori di nuove politiche urbane e sociali e oggi possono essere “spazi del possibile”, in equilibrio tra passato, presente e futuro».

Il curatore dell’allestimento, il fotografo Cristian Castelnuovo, ha posto l’accento su come il progetto sia nato altrove, precisamente nel Sulcis, per poi trasferirsi nel Medio Campidano proprio grazie al forte interessamento di Manuele Levanti, direttore del museo di Montevecchio e presidente del Consiglio di amministrazione della Lugori SCarl, concessionario che gestisce Montevecchio: «L’idea iniziale di Polvere della memoria mi è venuta dopo una ricerca d’archivio a Carbonia e, per la prima volta, ho allestito questa mostra a Cagliari. Il titolo del progetto l’ho scelto io già nella prima edizione della mostra tenuta a Cagliari sulla base dei negativi che ho fotografato a Carbonia che mi hanno rimandato a un mondo fatto di polvere in quanto prodotto del lavoro in miniera e alla memoria come doveroso riconoscimento attuale di quanto è avvenuto in passato specialmente per poterlo riqualificare culturalmente e comprendere che non siano luoghi morti ma valorizzabili e tramutabili in ricchezza, sociale ed economica. Quindi possiamo dire che ho pensato a questo titolo come se fosse un format applicabile a tanti siti diversi dell’isola. Ho ideato questa mostra seguendo i miei gusti di non verticalità quindi pensando ad un’ottica open source che non si circoscriva entro confini troppo netti ma dove s’innestano diversi spiriti artistici coerenti fra di loro che non creano, così, confusione. Poi siamo stati contattati dalla Lugori per trasferire la mostra anche a Montevecchio e nei loro spazi devo ammettere che ci sta davvero a pennello», ha spiegato Castelnuovo.

«Miniera Montevecchio è un luogo della memoria e della cultura mineraria, ma anche un luogo dove si vivono attuali e reali emozioni. Le opere d’arte che ci sono state proposte per l’esposizione, sono coerenti con le nostre finalità istituzionali e con gli obiettivi quotidiani che ci prefiggiamo. Il lavoro creativo di questi artisti merita sicuramente un palcoscenico prestigioso come quello di Miniera Montevecchio. Siamo onorati di averli potuti ospitare, e lieti così, di mettere gratuitamente a disposizione di tutti i cittadini, la fruibilità di questa mostra per un lungo arco di tempo», ha concluso Manuele Levanti.

 

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