La Consulta cultura e lingua sarda di Sardara, ieri sera al centro di aggregazione sociale di via Oristano, ha consegnato i premi ai cinque vincitori del concorso “Unu diciu po sa lingua tua”. Con l’obiettivo di promuovere la scrittura della lingua parlata nei paesi dell’isola, una trentina di concorrenti, tra cui undici alunni della scuola media “Ossi” di Florinas (SS) guidati dalla professoressa Giovanna Maria Ledda (nota Vanna) di Ploaghe, hanno presentato frasi brevi, proverbi e motti in sardo campidanese e logudorese. La commissione, composta dall’insegnante Luigia Garau, dalle presidenti della Proloco e dell’associazione locale La Sorgente 2000, Valentina Viaggiu e Maddalena Manunza, e dall’assessore comunale alla cultura Raimondo Pisu, ha assegnato il primo premio a Anna Pina Barbarossa di Villacidro, il secondo e quinto posto alle giovani studentesse Gemma Sanna e Sebastiana Pintus di Florinas, il terzo posto a Eugenio Coni di Barumini e il quarto a Giovanna Dessì di Carbonia. Sono stati inoltre assegnati gli attestati di partecipazione a: Gaia Branca, Milena Mulas, Diego e Carlo Perazzona, Imane Kharbouch, Francesca Zara, Lidia Orrù, Oussama Ibnorida e Martina Nuvoli della terza media di Florinas; i sardaresi Antonio Atzeni, Antonella Podda, che ha recitato la sua poesia a ritmo di rap, e la figlia Roberta Montisci; Gilberto Siddu di Villamar; Vitalia Elvira Pisanu di Gonnosfanadiga; Annarita Ollargiu di San Gavino, Elettra Vidili di Seneghe e Cristina Deriu e Giuliano Floris di Pabillonis. Condotta dal consigliere comunale Giampaolo Pisu, alla premiazione ha partecipato anche il sindaco Giuseppe Garau e il presidente dell’Accademia de su Sardu Onlus Oreste Pili. <La nostra lingua è la nostra carta d’identità – è intervenuto il sindaco Garau – Siamo fortunati ad essere nati in quest’isola, ma dobbiamo essere consapevoli e riconoscere la ricchezza che abbiamo, una dotazione di capitale grande, anche qui a Sardara con l’acqua calda, risorsa preziosa per il territorio. L’importante però è pensare al futuro, a figli e nipoti, soprattutto quando si investono finanziamenti regionali che sono soldi di tutti, e confrontarsi con gli altri, considerando che siamo sardi che vivono nel mondo. Ciascuno trasmette qualcosa e riceve altro dagli altri>. Nei locali pubblici e commerciali del paese saranno affisse 60 targhe dei “dicius” vincitori. <Per dare un po’ di visibilità alla nostra lingua – ha spiegato il consigliere Giampaolo Pisu – e cercare di risvegliare la coscienza di noi sardi>. La serata si è conclusa con la consegna degli attestati, dei premi artigianali realizzati dalla cooperativa sociale Villa Abbas e un rinfresco.
Marisa Putzolu
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