di Antonio Begliutti
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Con l’ultimo Consiglio dei Ministri del Governo Draghi, è stato approvato il Disegno di legge sulla riforma dell’assistenza agli anziani non autosufficienti.
La riforma, attesa da oltre 20 anni, riguarda una materia molto delicata e sensibile per il paese Italia, costituito da una popolazione con un’età media molto elevata e quindi con la presenza di un numero di anziani tra le più alte fra i paesi europei. Infatti, considerando gli anziani, i loro familiari e gli operatori del settore, le persone coinvolte, sono oltre 10 milioni.
LA RIFORMA
Attualmente l’assistenza agli anziani non autosufficienti viene suddivisa in tre settori tra loro poco coordinati: politiche sanitarie, politiche sociali e trasferimenti monetari da parte dell’Inps. Ciò determina molta confusione, e spesso interventi non esattamente appropriati.
La riforma introduce un apparato chiamato Sistema nazionale anziani non autosufficienti, che si pone come obiettivo quello di programmare in modo integrato l’insieme degli interventi.
L’OBIETTIVO DELLA RIFORMA
Attraverso i cambiamenti previsti dalla riforma, si intendono creare le condizioni per dare maggiori garanzie a quella parte di popolazione coinvolta.
Il testo, che sicuramente necessità di ulteriori aggiustamenti, si caratterizza proprio per cercare di disegnare un welfare per gli anziani unitario e più semplice.
La revisione degli interventi previsti per gli anziani non autosufficienti, sembrerebbe rispondere meglio alle necessità degli anziani e dei familiari coinvolti.
Dalla lettura del testo, l’intera materia è stata oggetto di aggiustamenti e modifiche.
Sono previste variazioni anche per i servizi domiciliari. Oggi gli interventi di assistenza domiciliare vengono erogati in prevalenza per due-tre mesi, senza tener conto della non autosufficienza, stato della vita che si estende per anni. Con la riforma invece, si prevede una durata strettamente collegata alle esigenze dell’anziano.
Anche l’indennità di accompagnamento sarà sottoposta a revisione: non più un contributo economico di 529 euro uguale per tutti, ma una graduazione in base al fabbisogno assistenziale dell’anziano.
IL NUOVO PARLAMENTO
Spetterà al nuovo Parlamento e al prossimo governo, cercare di migliorare il testo (ancora carente e non rispondente appieno alle esigenze della popolazione interessata) e reperire gli stanziamenti che servono, dovendo giungere all’approvazione finale della legge entro marzo 2023.
L’argomento è molto importante e necessiterà della massima attenzione per consentire la migliore assistenza ad una buona parte dei cittadini italiani.
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