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ATTUALITÀ

Quando si utilizzava la disinformazione per orientare l’abolizione delle province

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di Fulvio Tocco

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Fulvio Tocco

E a proposito di idiozie vorrei parlare della storia dell’acquisto (mai avvenuto) di un cane da tartufo fatta circolare in Italia e nell’isola da alcuni consiglieri “buontemponi” della Provincia del Medio Campidano per annacquare le funzioni del nuovo ente intermedio in materia di sviluppo territoriale. Parlo mal volentieri questo argomento perché i predetti individui nel contestare strumentalmente il progetto hanno messo in cattiva luce l’istituzione Provincia e l’immagine dell’incolpevole professor Francesco Marras micologo dell’Università di Sassari che lo propose. Scrivo malvolentieri ripeto poiché l’individuazione del tartufo nel Medio Campidano, sommato agli altri progetti territoriali, poteva contribuire a dare un senso alla nuova Provincia (Verde) sullo scenario regionale stremato dalla crisi economica con la disoccupazione giovanile che aveva raggiunto punte del 40 %.

Il progetto della Valorizzazione del tartufo rientrava all’interno del Piano generale “Vivere la Campagna”, concepito con delle regole semplici, di facile attuazione, a burocrazia quasi zero, testabile per dimostrare che poteva essere replicato e ampliato su scala regionale e nazionale. Scrivere oggi a distanza di 13 anni dall’abbandono del progetto dopo che fu fatto un’interessante studio preliminare mi fa sentire colpevole di non aver combattuto abbastanza per portarlo a termine.

All’epoca, la condizione sociale ed economica ci suggeriva di muovere i nostri primi passi in direzione della crescita. Dovevamo farlo in assenza di una politica regionale che dichiarasse cosa dovevano fare le otto nuove Province (e la stessa Regione ormai modificata nel suo assetto istituzione – geografico); fatta una corretta lettura del territorio e delle risorse disponibili optammo autonomamente per stimolare le attività produttive con una precisa idea agricola, ecologica ed ambientale. Esattamente ciò che dice l’Europa oggi con le sue raccomandazioni agli Stati membri.  Una risposta che ovviamente nacque dall’emergenza del momento ma sempre sulla base dell’osservazione della condizione socio economica del territorio. Così iniziò il virtuoso cammino a sostegno della rinaturalizzazione dei seminativi con l’introduzione delle leguminose con più progetti sorretti dalla normativa del “de minimis primario” e della normativa sulla multifunzionalità delle imprese agricole per la manutenzione delle strade. La normativa comunitaria ci consentiva, con le poche risorse finanziarie disponibili, di intervenire tempestivamente sulla valorizzazione di alcuni comparti produttivi segnalati dagli operatori agricoli e zootecnici.  Quella impostazione si sarebbe potuta mutuare su ogni altro comparto in caso di necessità. L’Università Agraria di Sassari vista la propensione degli organi volitivi della provincia del Medio Campidano ad incentivare la valorizzazione del territorio, dopo una interessante interlocuzione, propose una ricerca finalizzata all’individuazione del tartufo in alcuni areali da loro indicati: dall’altopiano della Giara alla montagne del Linas.  Questa ricerca fu accolta con soddisfazione perché in una azienda del comparto lattiero caseario nella zona di Villasanta, La Central Formaggi, si usava già con successo il tartufo per “farcire” il Moliterno, un formaggio di alta qualità, da distribuire sui mercati esteri. Per soddisfare quella loro esigenza importavano circa 600 milioni (in lire) l’anno di tartufo confezionato in vasetti.  La proposta dell’Università di Sassari s’inseriva organicamente nel quadro delle iniziative finalizzate alle attività produttive ed alla cura del territorio non seminativo.

Man mano che queste attività di valorizzazione andavano avanti anziché essere sostenute alla luce del sole in Consiglio provinciale, alcuni mestatori le osteggiavano platealmente proprio in quella sede. Alcuni ci giocavano anche per il motivo che chi governava la Regione, subito dopo le elezioni del maggio 2005, non credeva nelle province, generando inconsapevolmente confusione a catena. Altri, quelli più propensi a distruggere che a costruire, scelsero la strada della derisione degli studiosi di micologia incuranti dei danni che avrebbero provocato all’Istituzione universitaria e al territorio. Diffusero la voce che la Provincia avrebbe speso 16.000 euro per l’acquisto di un cane da tartufo.  Voce ripresa ad arte, senza che fosse stata verificata, dal “Giornale” di Milano che in data 13/03/2008 titolava a tutta pagina “in Sardegna, scomparso cane da 16mila euro”. La provincia di Medio Campidano rischia la crisi a causa di un animale. Poi con un lungo e forviante articolo continuava: “Il progetto è stato studiato nei minimi dettagli, affidato all’università di Sassari, seguito direttamente dal professor Francesco Marras. Sì ma adesso una domanda inquietante scuote gli animi di contribuenti e oppositori della provincia: «Il lagotto dov’è?». Di lui s’è persa ogni traccia: Questa era la disinformazione che si utilizzava in campo aperto per orientare l’abolizione delle provincie.   Si anticipava esattamente ciò che sta succedendo oggi in sede nazionale laddove gli sciati criticano gli scienziati impegnati per combattere la pandemia. Una parte rappresentata da personaggi senza scrupoli, spinsero dei “favolosi” articolisti a scrivere sotto mentite spoglie sull’acquisto di un cane da tartufo facendo apparire la falsa notizia per vera, a tutta pagina, addirittura sul predetto giornale nazionale e in altre innominabili fonti della rete. E lì è stato l’errore mio: non aver agito, dopo aver accertato il fatto, contro la cattiveria di persone che mettevano in cattiva luce l’istituzione provincia. Questo per credere alle lacrime di una persona! Un amico mi disse la gallina ha cantato! Il motivo vero di tanto accanimento da parte di alcuni consiglieri e di chi confezionava gli articoli contro questi progetti non l’ho mai capito. Come non ho mai capito i silenzi di chi stava in maggioranza. Perché tacere su chi remava contro le istituzioni che proponevano progetti innovati e testabili?

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