di Lorenzo Argiolas
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Ultimamente alcuni mi hanno invitato a stare nel mio paese e a occuparmi delle vicende sangavinesi. Sono ben lieto di accontentare queste persone, anche se mi preme ricordare di San Gavino e delle sue dinamiche, politiche e non solo, mi interesso sempre, non a corrente alternata.
Nelle settimane scorse si sono accese forti polemiche riguardo alla pulizia del paese, non solo erba alta e cartacce in giro ma anche situazioni che comportano il proliferare di insetti e, di conseguenza, scarsa igiene. Sui social la miccia si è accesa nel momento in cui la maggioranza consiliare ha pubblicato una ventina di foto di spazi pubblici nei quali è stata fatta un’opera di pulizia, allegate da un testo in cui, sostanzialmente, si ringraziano gli 8 operai del progetto Lavoras i 16 beneficiari del Reddito di cittadinanza, i 6 del Reis, una ditta specializzata per la trinciatura delle cunette e i 2 operai comunali.
Ma ciò che fa storcere il naso a molti è che in questa sorta di comunicato, tra le righe, si può leggere «Chi chiede un intervento più incisivo, puntuale e continuo deve per responsabilità chiedere l’aumento delle tasse comunali, così da poter investire determinate somme con certezza e continuità avendole ogni anno nel bilancio. Chi ha proposte serie, può sempre manifestarle in Consiglio comunale».
Ma che razza di ragionamento sarebbe?
Adesso, a prescindere dal fatto che la pulizia del paese andrebbe programmata periodicamente e non appaltata una tantum, ogni qualvolta vi è la possibilità di accedere a un cantiere occupazionale. In sostanza, le dichiarazioni della maggioranza suonano come un: “Sangavinesi, se volete un paese più pulito pagate più tasse”.
Ma come ci si può rivolgere ai cittadini in questi modi e in questi toni?
Leggendo i commenti al post sono stato lieto del fatto di non essere l’unico a pensarla in modo diverso e sono parecchi i sangavinesi che hanno espresso il loro malcontento.
Ma nessuno ha fatto osservare un aspetto, secondo me fondamentale, nemmeno la minoranza.
Nel febbraio scorso anche la Regione Sardegna si è allineata alle disposizioni nazionali previste nella legge finanziaria 234/2021.
Nella normativa viene determinato l’aumento delle indennità di carica per i sindaci e, a cascata, i compensi degli altri amministratori comunali, che sono calcolati in percentuale a quanto percepito dai primi cittadini. A partire dal 2022, perciò, la retribuzione dei sindaci è parametrata all’indennità del presidente della regione, fissata in 13.800 euro lordi al mese.
Ovviamente il tutto calcolato in base a delle fasce, secondo il numero degli abitanti del comune amministrato.
San Gavino rientra nella fascia dei comuni con popolazione dai 5.001 e i 10.000 abitanti e la percentuale spettante al sindaco sarebbe il 29% del compenso spettante al Presidente della Regione. Vale a dire 4.002 euro lordi, da 2.788 euro lordi.
Se i nostri cari amministratori fanno una questione economica della qualità dei servizi non c’è nessun problema, ma a questo punto ci sarebbe da chieder loro se effettivamente il compenso a loro spettante è commisurato alle capacità che finora hanno dimostrato.
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