di Gianni Vacca
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Lo strapotere tecnico del beniamino di casa Marino Gessa e del suo copilota Salvatore Pusceddu annichilisce tutti. Con uno straordinario en plein, nove prove su nove, i due si aggiudicano, la 3^ Edizione del Rally Parco Geominerario della Sardegna. Per i due ora un Palmares più ricco e prestigioso. Gli avversari tutti rigorosamente allineati dietro i gas di scarico della loro Skoda Fabia costretti a una resa incondizionata.
Bene anche la parte economica e promozionale che grazie alle numerose presenze di sportivi giunti da tutta l’isola hanno dato una boccata d’ossigeno alle numerose strutture ricettive presenti nel territorio: umanamente ce ne abbastanza per gioire e guardare con (almeno) un minimo di fiducia l’auspicata ripresa economica post Covid. Tutto bene? Quasi, se non fosse per le immancabili e insidiose polemiche puntualmente scaturite per via del piano al traffico predisposto, interessate la strada statale 126 e le due provinciali, la 66 e la 68, che ha impedito fino al tardo pomeriggio di domenica i collegamenti da e per le marine dell’arburese. Nella tarda mattinata di lunedì l’Assessore all’Ambiente del Comune di Arbus Simone Murtas interviene sull’argomento che a torto o ragione tanta risonanza ha avuto sui social con tante lamentele ma anche tantissime condivisioni e apprezzamenti all’indirizzo dell’intera macchina organizzativa. «La manifestazione sportiva del “Rally del Parco Geominerario” – si legge nel comunicato – è stato un grande evento che ha portato nel territorio tantissimi turisti e amanti dello sport che hanno alloggiato in alberghi, B&B e hanno consumato in bar e ristoranti. Una manifestazione sportiva di questo tipo inevitabilmente porta a dei disagi al normale traffico veicolare. E’ evidente che ieri qualche cosa non ha funzionato come preventivato e qualche coda si è formata soprattutto nella SS126 direzione Fluminimaggiore. Queste manifestazioni non dovrebbero essere comunque motivo di scontro, dovrebbero essere anzi ripetute e incentivate analizzando le criticità, ove ce ne fossero, in maniera costruttiva e facendo tesoro delle stesse.
Facendo perché no, un bilanciamento dei non indifferenti benefici economici dovuti alla ricaduta generata dall’evento in ambito turistico e promozionale del territorio. Questo tipo di manifestazioni, pensiamo anche al triathlon recentemente svoltosi in Costa Verde – conclude Simone Murtas – hanno tra i tanti obiettivi quello di unire, di far conoscere, di incentivare il territorio che ha estremo bisogno di rialzarsi e ripartire una volta per tutte. Non di creare polemiche».
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