La narrativa sarda si arricchisce di una nuova opera: “Banditi in Miniera”, scritto da Francesco Carta, edito dalla Alfa Editrice e già disponibile nelle migliori librerie.
La presentazione dell’opera, per noi popolo di miniera dal sapore e fascino particolare, è stata inserita quale terzo appuntamento nella Rassegna “Autori & Lettori” che l’Università della Terza Età ha organizzato e offerto grazie a una serie di interessanti appuntamenti al grande pubblico arburese durante il periodo natalizio.
L’autore Francesco Carta, originario di Fluminimaggior, riversa in questo racconto, in assoluto il suo primo lavoro, tutta la sua esperienza vissuta per tanti anni nelle gallerie della Carbosulcis come minatore ulteriormente arricchita dal ruolo che l’autore ricoprirà più tardi quando assumerà il ruolo di delegato sindacale che lo porterà al vertice della Federazione dei chimici Cgil di Iglesias in qualità di responsabile dei minatori. È la miniera della sofferenza, dello sfruttamento incondizionato degli uomini e del territorio, delle tanti morti bianche e delle malattie professionali. Ma anche la miniera dei grandi piani industriali che misero i grandi bacini sardi nel contesto europeo all’avanguardia nei suoi sistemi produttivi e infine anche la miniera delle prime e spesso sanguinose rivendicazioni salariali portatrici per quelle generazioni di un forte desiderio di emancipazione e di libertà.
Tutto questo in un racconto sul quale la critica si è già espressa in diverse occasioni e recensioni con pareri più che lusinghieri. Lo spazio temporale nel quale l’intera vicenda viene inclusa, siamo intorno al 1830, ci riporta al secolo diciannovesimo e ha per protagonista una donna, Olga alla quale viene affidato il delicato compito di far luce e risolvere l’enigma di un triplice omicidio: la tragica morte di un sindaco, del medico che lo aveva in cura e dell’uomo che ha ucciso lo stesso medico. All’interno del racconto mille storie, tanti personaggi di un mondo dimenticato dove emerge la figura umana priva quasi di dignità del lavoratore di miniera ridotto da un padrone avido quasi in schiavitù senza tutele ne diritti.
Il libro – dice Francesco Carta magistralmente sollecitato al dialogo dalla preziosa collaborazione di Valeria Pecora e da alcuni interventi del pubblico – vuole fare giustizia sulla storia dell’industria mineraria in Sardegna. Quello che ha lasciato e soprattutto quello che è stato dimenticato nel tempo. Banditi in Miniera erano quelle persone che hanno depredato il territorio, disboscato i monti, scavato nella roccia che hanno lasciato ferite indelebili nel tempo.
Una storia di sfruttamento di uomini, donne e spesso anche bambini privati di qualsiasi dignità». La serata è stata aperta dall’intervento di Salvatore Sanna, presidente dell’ Università della Terza Età di Arbus, e da un breve saluto del sindaco Antonello Ecca.
Gianni Vacca
L’autore
Francesco Carta nasce a Fluminimaggiore, paese di miniere, il 3 dicembre del 1954.
Dopo gli studi al liceo scientifico “Giorgio Asproni” di Iglesias si perde nei meandri di una galleria della Carbosulcis.
Minatore, poi delegato e infine segretario della Federazione Provinciale dei minatori di Iglesias per oltre vent’anni.
Scrive e pubblica foto nel quotidiano “La Nuova Sardegna” e collabora con “Rassegna Sindacale” rivista della Cgil.
È un appassionato di ciclismo che pratica come hobby, di pallavolo, di musica jazz. Banditi in Miniera pubblicato nell’aprile del 2018 è la sua prima opera. (g .v.)
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