di Sandro Renato Garau
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Il dritto potrebbe essere: “Dio creò l’uomo, maschio e femmina li creò!” Ciò che non dice la Bibbia e di che colore fossero. Tra le notizie che tutti dovrebbero conoscere, perché ormai condivisa è che “L’essere umano moderno, secondo studi genetici, è originario dell’Africa (circa 200 000 anni fa)”.
Allora, perché agitarsi tanto sulla nazionalità e il colore della pelle. Se un uomo ragiona sa che i confini tra le nazioni li ha stabiliti lui, se approfondisce, poi può facilmente constatare che non ha nessun merito se è nato in Africa, Europa, Asia, Australia, India, America o ai Poli.
Due osservazioni elementari che fanno a pugni con un pensiero che, se non è dominate, è almeno arrogante.
Il rovescio invece è l’atteggiamento di superiorità che sta coinvolgendo molti, e se non li sta’ coinvolgendo li sta’ lasciando indifferenti, che è ancora peggio. Nel suo famoso sermone Martin Niemöller ammoniva, sul fatto che, prima o poi, potremo essere al centro di attenzioni da parte di qualcuno o di un potere al quale non diciamo: “Yes man!”: “… vennero a prendere gli zingari, …gli ebrei, …gli omosessuali…i comunisti, …vennero a prendere me, e non c’era rimasto nessuno a protestare”. Mi pare ne manchi qualcuno, non cita le razze; oggi gli zingari per molti son ancora fastidiosi; gli ebrei hanno i loro conflitti; l’omofobia è un fenomeno sul quale tanto si discute, libertà si! libertà no! tutte le dittature, a turno, hanno fatto del loro meglio per sopprimere le libertà individuali. Da questo nasce il disprezzo per chi non la pensa come noi. Un caso emblematico stavolta lo si potuto constatare durante la finale degli europei di calcio Italia – Inghilterra. A prescindere da chi abbia vinto, dalle aspettative e interessi di molti, il calcio è comunque un gioco e tutti i giochi hanno delle regole che vanno rispettate e anche i tifosi devono farlo.
È stato penoso il gesto elegante di chi ha perso, quando subito dopo la premiazione si è sfilato la medaglia dal collo non accettando palesemente il verdetto del campo. Contro chi volevano protestare? Ironicamente si potrebbe dire che qualcuno quando perde… perde, anche il buonsenso. Dov’è finito lo humor inglese? Non è stato bello neanche aver fischiato all’Inno di Mameli, aver sputato sulla bandiera italiana e aver rinunciato all’onore delle armi.
Se questo può essere una scelta, quanto avvenuto prima che iniziasse la partita ha avuto un epilogo molto diverso dalle buone intenzioni nel dopopartita. Prima del fischio d’inizio i giocatori delle due squadre si sono inginocchiati contro il razzismo. La partita è finita ai rigori dopo 120’, chi ha sbagliato il rigore, nel calcio ci può stare, sono stati alcuni giocatori di colore. Apriti cielo, questi giocatori sono stati subissati da insulti razzisti sui social media, lo stesso Boris Johnson, premier britannico, lo ha denunciato sostenendo che «i responsabili di questi spaventosi abusi dovrebbero vergognarsi di sé stessi». Al primo ministro si è aggiunta la voce autorevole del principe William, presidente onorario della Federcalcio Inglese, “È inaccettabile che alcuni giocatori subiscano questi comportamenti. Questi episodi di razzismo devono finire ora e tutti coloro che ne sono responsabili devono risponderne”. Lo stesso allenatore inglese Southgate giudica imperdonabile il razzismo contro i giocatori.
Purtroppo il razzismo non è un fenomeno circoscrivibile, comprensibile, né tanto meno razionale, come non lo è l’omofobia. O forse è il concetto di libertà che non è inteso da tutti allo stesso modo. Se l’uomo è uno “maschio e femmina” cosa c’entra il colore della pelle? Forse c’è ancora molto da fare, nelle famiglie, a scuola, nella società. Che sia necessario educare a…
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