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ATTUALITÀ

Referendum: Medio Campidano o Oristano?

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di  Sandro Renato Garau
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Sandro Renato Garau

Nel 1861, anno dell’unità d’Italia e sino al 1927 le province sarde erano due: Cagliari e Sassari; nel 1927 diventano tre Cagliari, Sassari, Nuoro. Nel 1974 si aggiunge Oristano. Quattro province con territori apparentemente omogenei e capoluoghi equidistanti dai comuni. Una norma regionale del 2001 accresce a dismisura il numero delle province raddoppiandole. Da quattro diventano otto: alle storiche si aggiungono il Medio Campidano con capoluoghi Sanluri e Villacidro, Olbia-Tempio con capoluoghi Olbia e Tempio Pausania, l’Ogliastra con capoluoghi Lanusei e TortolìCarbonia-Iglesias con capoluoghi Carbonia e Iglesias. Oltre ai capoluoghi delle province storiche, solo Carbonia, Iglesias e Olbia superano i ventimila abitanti. Gli altri sono poco più grandi un villaggio, ridenti paesi che hanno avuto come punto di riferimento i quattro capoluoghi istituiti nel 1971. Una situazione che durerà sino al 6 maggio 2012 quando si pensa che ci sarà un correttivo con una serie di quesiti referendari che chiamano i sardi ad esprimersi sull’abolizione delle province e il riordino del territorio. 10 domande, in verità non facilissime da interpretare. 5 quesiti vincolanti e quindi abrogativi, 5 consultivi, quelli che consigliano che una determinata azione è bene per il paese. In Sardegna hanno votato il 35,5% dei sardi, referendum validi. I sardi chiedono di abrogare la legge del 2001 e di provvedere a riordino delle province.

Il presidente della Regione era Ugo Cappellacci ma che la questione riguarderà altri presidenti e forze politiche a destra e a sinistra è stato evidente. Tra un cambio di maggioranza e l’altro, una discussione, un equilibrismo, una contrattazione, una spartizione e un interesse da difendere dietro improbabili fortini e campanili la propria specificità, si arriva al 2014 quando la legge Del Rio istituisce le città metropolitane.

Il riordino avviene solo nel 2016, quando una legge regionale abolisce le province create nel 2001 e ridisegna i territori dividendo la provincia di Cagliari in città metropolitana e provincia del Sud Sardegna, quattro province e la città metropolitana di Cagliari. È finita qui? Manco per idea! Il 31 marzo 2021 il Consiglio regionale approva il Testo Unico degli Enti locali. A Oristano, Nuoro si affiancano le province di Sulcis Iglesiente, Medio Campidano, Ogliastra e Nord-Est (Gallura) con i vecchi capoluoghi, Il restyling vale solo per Sassari che diventa città metropolitana come Cagliari. Si torna dunque a otto. Forse non tutti i sardi si sarebbero accorti della situazione se il comune di Guspini non avesse fatto obiezione impugnando la legge del marzo 2021 e approvando a maggioranza una delibera di Consiglio Comunale che propone di aderire alla provincia di Oristano tramite un referendum.

Il dritto e il rovescio: le opinioni sono necessarie, ma non sufficienti a chiarire i termini della faccenda. Si potrebbero fare molte osservazioni e risolvere la questione se non si assistesse in modo penoso al silenzio, forse interessato, dei partiti politici privi di una strategia e di una visione. Difficile da capire che una vasta regione come la Sardegna, con un numero di abitanti pari a quello di un quartiere milanese o romano debba avere un numero così alto di province e organi intermedi e accingersi ad aumentare a dismisura la spesa a carico dei suoi abitanti. Chi vive il territorio si rende conto del degrado dello stesso e dei suoi bisogni che non possono essere caricati esclusivamente sulle amministrazioni comunali. I fondali del palcoscenico sono più di uno, gli attori molti di più se saranno coinvolti i sardi. Queste alcune ipotesi: se Guspini non aderisce alla nuova provincia del Medio Campidano questa non si potrà fare per mancanza di numero di abitanti; se, come qualcuno sostiene, la norma è anticostituzionale il testo sarà impugnato dal governo, si dovrà riscrivere; per ora la strada aperta è il referendum. Le forze politiche, quelle produttive, sociali e i cittadini di Guspini dovranno valutare cosa è meglio: Medio Campidano o Oristano? Agricoltura, sanità, scuole, viabilità, trasporti, attività imprenditoriali, commercio, turismo e altri settori non marginali, dovranno dire la loro e la politica, quella istituzionale, a tutti i livelli, dovrà ascoltare e come suo compito portare a sintesi.

 

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