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Attualità Lavoro

Regione e sindacato sul tessuto industriale sardo

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Per l’assessore regionale dell’Industria Maria Grazia Piras, «l tempo dell’attesa è finito: Governo da una parte e Eni dall’altra devono dare al più presto risposte chiare e definitive su metanizzazione e chimica verde». Sul metano, «stiamo incalzando il Governo perché dia seguito a quanto previsto dal Patto per la Sardegna»,  sottolinea ancora l’assessore Piras, «e da Roma ci aspettiamo il definitivo via libera». L’assessore Piras si è soffermata anche sul difficile rapporto con Eni. «Nonostante impegni e promesse, assistiamo a un lento ma graduale allontanamento dell’azienda dalla Sardegna. Non erano questi i patti e non intendiamo retrocedere. Chiediamo un intervento del Governo perché si arrivi al più presto a un confronto con Eni per capire dove, quali e quanti investimenti sono previsti nell’isola».
Nel corso del terzo Congresso regionale della Filctem Cgil, ieri il segretario regionale Francesco Garau ha spiegato «che non mancano gli esempi positivi ma sono anche troppe le criticità». chiedendo per questo, «un nuovo impegno, più concreto e incisivo». Per Francesco Garau occorre infatti «revisionare le procedure e le regole per snellire la burocrazia, avviare senza altri insostenibili ritardi i lavori della dorsale per il metano e, in generale, portare avanti un’azione determinata verso il settore nel suo complesso e nei confronti di alcuni soggetti industriali, come Eni, che non sta portando a compimento gli accordi sottoscritti, in particolare sulla chimica verde a Porto Torres». E fra i temi affrontati c’è anche quello sulla sicurezza nel lavoro, sul quale Francesco Garau lancia un vero e proprio allarme. Dai calcoli presentati dalla Filctem Cgil al congresso regionale, «il Pil sardo dell’industria (12,9 per cento) è nettamente superiore a quello degli altri settori e ciò significa che rinunciarvi sarebbe una scelta scellerata mentre è necessario rilanciare le politiche industriali». Per la Filctem il nemico numero uno è la burocrazia: «I tempi sono sempre incerti, gli iter autorizzativi troppo lunghi e i funzionari sovraccarichi di lavoro e stress dovuto anche alle pressioni di chi sostiene che non si debba autorizzare mai nulla, né industria né energie rinnovabili, tanto per fare due esempi opposti che chiariscono quanto i no a tutto siano contraddittori».
Gli esempi negativi lamentati dai sindacati sono molteplici: 1500 giorni per l’autorizzazione al riavvio dell’Eurallumina non ancora concessa, la discarica di Genna Luas in attesa dal 2013, sette anni per il piano di disinquinamento a Furtei, quattro per la sola fase 1 della bonifica dei terreni Syndial a Porto Torres e, ancora, dieci anni per il dragaggio del porto industriale di Portovesme peraltro non concluso. E’ evidente che occorre velocizzare i tempi, cogliere le opportunità dell’innovazione tecnologica e procedere in modo più spedito anche sul fronte bonifiche per liberare porzioni di territorio e consentire nuovi investimenti senza sottrarre suolo ad altre attività.  E a proposito di Industria 4.0 il segretario Filctem ha sottolineato come la Sardegna risulti fra le regioni in cui c’è stata la più bassa adesione delle imprese al piano nazionale e alle agevolazioni previste.  


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