di Fulvio Tocco
_____________________________
Ho fatto una chiacchierata con Romeo Scano e ho scoperto che ha realizzato una vita costellata di tante iniziative nel campo del lavoro, del sociale e dell’atletica amatoriale. Un uomo molto importante per la comunità samassese: lavoratore nel settore agricolo, in filiera chiusa, per lunghi anni; donatore Avis per 50 anni; atleta amatoriale che ha partecipato a tante corse su strada e a 5 maratone. La sua vita iperattiva, altro non è, che una grande manifestazione di volontà. La facoltà e la capacità di volere e di scegliere su campi diversi non gli è mai mancata.
LA PRIMA ESPERIENZA FORMATIVA
«La passione verso il settore primario l’ho acquisita grazie a un corso di formazione professionale che si tenne negli anni 1966-1967, al Consorzio per la Frutticoltura di Uta. L’azienda di Villasor era ancora in fase di sistemazione. Ero il più giovane dei 12 allievi provenienti da diverse località della Sardegna. Ricordo della severità degli organizzatori e della bravura degli insegnanti. Si faceva il lavoro pratico la mattina e le 3 ore di lezione teorica il pomeriggio. Direttore era Dr. Anedda. Gli insegnanti: Giovanni Mannoni, Marcello Serra e Benito Follesa e altri due tecnici esterni. Ci garantivano vitto e alloggio e una paga mensile di 45 mila lire; si poteva rientrare a Samassi una volta la settimana. Il capo azienda, una persona perbene e sempre presente, si chiamava Peppino Picca di Illorai. Si trattava di una formazione professionale di alto livello, ci hanno insegnato anche le varie tecniche d’innesto, che si è conclusa dopo 13 mesi con un attestato di qualifica per poter esercitare nel comparto frutticolo».
LA FIDUCIA CHE GLI ACCORDÒ IL PADRE
«La partecipazione al Corso professionale mi ha avvicinato alle attività agricole. Da subito aiutavo mio padre agricoltore assiduamente e lui mi ripagava facendomi partecipare al suo fianco a qualsiasi iniziativa che riguardasse l’azienda. Inizialmente, ti sembrerà strano, ho praticato anche l’aratura dei carciofeti e dei vigneti con l’ausilio del cavallo da tiro. Uno dei più grandi sostenitori di noi giovani samassesi fu l’agronomo Vincenzo Sanna (1930), lavorava all’Ente Flumendosa, e in quel periodo, in virtù di un programma sperimentale finanziato dalla Regione sarda, ci incoraggiava per costituire un “consorzio per i trattamenti fitosanitari”. L’iniziativa andò a buon fine e per due o tre anni avevamo garantito il servizio a tutti gli agricoltori di Samassi. Ma subito dopo il 1967, anno in cui superai l’esame per ottenere la patente di guida, seguivo le attività aziendali a tutto tondo per cui mi occupavo degli aspetti commerciali e i contatti con i mediatori. Iniziai così a frequentare il mercato all’ingrosso di Cagliari, quando stava in viale Monastir, li conobbi Tziu Luiginu Muschitu di Serrenti, era uno dei primi che ogni mattina non mancava mai. Con mio padre trovammo anche il tempo per impiantare due ettari di vigneto delle varietà Nuragus, Monica e Pascale di Cagliari. Apprezzavo l’orticoltura perché ti garantiva quella liquidità necessaria ad andare avanti nell’attività produttiva. Era il periodo in cui partivano i primi gruppi organizzati di agricoltori per le spedizioni dei carciofi al mercato ortofrutticolo di Roma».
GLI AGRICOLTORI CHE DIEDERO ORIGINE ALLA “COLLETTIVA”
Nel 1970 son dovuto partire per il servizio militare. Nel 1971, al rientro a Samassi, partecipai a un corso sulla serricoltura, e iniziai a realizzare le prime serre in legno plastica. Partecipai come giovane agricoltore all’Associazione 3P, e in quella veste organizzai un gruppo di agricoltori per programmare il conferimento dei carciofi al mercato all’ingrosso di Roma, all’epoca era in via Ostiense. Eravamo una trentina e garantivamo il carico di un vagone di carciofi per volta. I gruppi organizzati a Samassi erano quattro. Il nostro era denominato “Il Nuraghe”. Da questo gruppo nacque l’idea per organizzarci in cooperativa e creammo “la Collettiva”. Nel 1975 il nostro Gruppo diede origine alla Cooperativa “La Collettiva”. Io fui eletto presidente per il periodo 1975 -1978.
IL RICORSO ALLA “PICCOLA PROPRIETÀ CONTADINA”
«Nell’anno 1980 l’Etfas incoraggiava la costituzione delle Cooperative di Produzione e lavoro per l’assegnazione di circa 480 ettari di terreno in località “Pimpisu”. Nel 1981 ad ogni cooperativa potevano assegnare lotti di circa 30 ettari. Con un gruppo di giovani ci provammo. Però ci negarono la domanda. Ciò nonostante non ci siamo persi d’animo. Qualcuno ci sussurrò che Mario Abrate, proprietario di una azienda agricola situata al Km 11,600 della strada SS 293, aveva necessità di rientrare in Piemonte per una questione familiare. Prendiamo contati con lui, un agricoltore bravissimo proveniente da Fossano (Cuneo), per capire se fosse intenzionato a cederci la sua azienda. Mario ci ascoltò e ci disse mi avete convinto: questa azienda ha un valore più alto, ma io vorrei ricavarne almeno 500 milioni di lire. Con lui siamo stati schietti: noi non abbiamo neanche una lira. Se lei ci fa il compromesso di vendita ci impegneremo per ottenere il finanziamento per l’acquisto. Ormai eravamo entrati nelle sue grazie e ci consenti di inoltrare la pratica di finanziamento per la “Piccola Proprietà Contadina”. Gli uffici di Roma erano in via Nizza, 22. Nel compromesso, Mario valutò l’azienda di ha 27, 34.10, per la somma 600 milioni di lire. La pratica la portammo a buon fine perché gli uffici di valutazione della Cassa la periziarono per un valore 573 milioni. Così nacque la Cooperativa 27 Febbraio 1981. La denominazione scaturì esattamente dalla data dell’atto costitutivo».
IL SUPPORTO INIZIALE DI MARIO ABRATE
«Subito succedemmo a Mario Abrate nella conduzione dell’azienda. Lui Mario, un gran galantuomo, si rese disponibile di sua iniziativa per darci una mano per un po’ di tempo. Non era da tutti fare queste cose. Lui lo fece e nel frattempo subentrammo a lui anche nella fornitura delle carni alla macelleria della cooperativa pastori presieduta da Beniamino Concu. Di questa cooperativa era socio anche Mario. Pertanto aiutati da Mario e da Silvestro Sanna che s’intendeva di bestiame abbiamo dedicato anima e corpo alla gestione dell’azienda. Con Silvestro abbiamo mosso i primi passi per farci conoscere sul mercato del bestiame regionale. Ci accompagnava alla grande fiera del bestiame di Abbasanta. Parlo della pluridecorata e conosciutissima “Fiera del bestiame”, che per oltre un secolo ha rappresentato un appuntamento fisso degli operatori dell’intero settore zootecnico isolano».
SUBENTRATI NELLA MACELLERIA SOCIALE
ALLA COOPERATIVA PASTORI
PRESIEDUTA DA BENIAMINO CONCU
«Qualche anno dopo, con la nascita dei registratori di casa, anche la macelleria della Cooperativa pastori presieduta da Beniamino Concu tirò i remi in barca e nell’anno 1984 ci propose di prendere il loro posto nella gestione. Gestire anche la macelleria non fu facile, ma eravamo animati da una gran voglia di lavorare che ci permise, in poco tempo, di acquisire l’esperienza per poterla gestire. Luigi, il macellaio che avevamo ereditato, prendeva 180 mila lire alla settimana. Per proseguire l’esperienza concordammo una retribuzione fissa di 150 mila lire alla settimana più la partecipazione agli utili pari al 3%. Data una restaurata generale ai locali, che ne avevano un gran bisogno, ci siamo dotati degli appositi registratori di cassa e già dalla prima settimana Luigi raggiunse, tra il fisso e la percentuale sulle vendite, la cifra di 170 mila lire. Cifra destinata a crescere notevolmente di settimana in settimana sino a superare del tutto gli stipendi che prendeva dalla precedente gestione. Consolidato il gruppo di lavoro per la gestione della macelleria ne aprimmo una anche nel comune di Serramanna, paese dove ricade anche l’azienda agricola della Cooperativa. Con la gestione delle due macellerie macellavamo, oltre agli animali di bassa corte, anche una cinquantina di capi bovini: siamo arrivati ad incassare una somma superiore ad un milione di euro (anno 2018)».
LA REALIZZAZIONE DELLA NUOVA STRUTTURA DI MACELLAZIONE
«Con i sacrifici dei soci e degli operatori abbiamo investito ulteriormente per la realizzazione della struttura di macellazione del bestiame. Ci eravamo inseriti nel “Patto Verde” del Medio Campidano. Sorgeva l’esigenza di avere un macello tutto nostro in quanto si stavano superando, per norma nazionale, i macelli comunali. Strutta che nacque con una direttiva per i piccoli macelli e che durante i lavori, nostro malgrado, né subentrò un’altra: ci obbligarono, per renderlo a norma CEE, ad allargare ulteriormente gli spazi e di conseguenza gli investimenti. Fu per noi una bella mazzata, ma ormai eravamo in ballo ed abbiamo realizzato una delle più moderne strutture di macellazione del sud Sardegna. Per affrontare l’ulteriore investimento, considerando la ristrettezza dei tempi imposti dal “Patto Verde” abbiamo fatto ricorso a quattro soci esterni sovventori. Una novità assoluta nell’ambito della cooperazione regionale. Anche per superare le conseguenze dell’investimento aggiuntivo non ti dico i sacrifici ulteriori che abbiamo dovuto fare. Ci ha sostento in quell’avventura la nostra grande forza di volontà».
PROTAGONISTA IN DIVERSI PROGETTI TERRITORIALI
«Era necessario aumentare il giro d’affari per cui assicuravamo la presenza in tutti i mercati dove potevamo collocare i nostri prodotti finiti. Nello stesso tempo eravamo attenti alle attività che potevano nascere sul territorio: siamo stati protagonisti del virtuoso progetto “Vivere la Campagna” e di quello per la valorizzazione del suino di razza sarda promosso dalla nuova Provincia del Medio Campidano; siamo stati tra le aziende promotrici del “Mercato Rurale Le Tre Terre” che operava nei giorni prefestivi nella zona industriale di Villacidro e nel periodo natalizio alla Fiera Campionaria di Cagliari; abbiamo fornito gli insaccati per il “Paniere della Provincia Verde” che successivamente Laore aveva utilizzato per un progetto di valorizzazione dei prodotti della Sardegna tra le isole del Mediterraneo. Ricordo che in una delle rappresentazioni in campo nazionale ci premiarono per la bontà del nostro lardo di maiale. Quel premio ci diede tanta soddisfazione anche perché avevamo come concorrenti i produttori del lardo di Colonnata».
PRESENTE PER 29 ANNI ALLA FIERA CAMPIONARIA
E ALLA FIERA NATALE DI CAGLIARI
«Nel corso dell’attività della Cooperativa ho assicurato la mia personale presenza alla Fiera per ben 29 volte. Ho avuto questa disponibilità di tempo anche grazie alla volontà di mia moglie. Lei non si è mai lamentata quando rientravo tardi a casa. Non è stata solo la madre dei nostri figli è stata la mia vita. Forse non l’ho mai ringraziata abbastanza per il sostegno e la comprensione che ha avuto».
LE RISORSE UMANE DELLA COOPERATIVA
«Come cresceva il fatturato aumentava il numero dei dipendenti: siamo arrivati ad occupare 35 unità lavorative. Come potrai capire le pause non esistevano. Nel territorio eravamo una bella realtà. Nella cooperativa ci sono rimasto ininterrottamente sino all’anno 2018».
LE PASSIONI PERSONALI E LA MORTE
IMPROVVISA DI MARIANO SCANO
«Durante l’attività lavorativa tra il 1972 e il 2011 trovavo il tempo per dedicarmi alla corsa amatoriale. Ero capace di finire il lavoro della giornata alle ore 21 e fino alle ore 23 dedicarmi agli allenamenti; spesso succedeva tra l’ilarità dei miei compaesani. A dire il vero, non sempre, avevo la pazienza di spiegare che lo facevo volentieri. Avevo appreso questa passione da mio fratello Mariano: lui correva la maratona con un tempo di 2 ore e 27 minuti. Era bravissimo. Purtroppo venne travolto il 19 luglio 1985 dalla catastrofe della Val di Stava quando i bacini di decantazione della miniera di “Prestavel” ruppero gli argini scaricando 180.000 m3 di fango sull’abitato di Stava, piccola frazione del comune di Tesero, provocando la morte di 268 persone. La data è tristemente famosa per essere stata una delle più grandi tragedie che abbiano colpito il Trentino in epoca moderna».
LA PARTECIPAZIONE A 5 MARATONE
«In casa tutti abbiamo praticato la passione della corsa. Io, oltre alle tante gare su strada, ho partecipato a 5 maratone, percorrendo i famosi Km 42,195, che fecero la loro prima apparizione durante i giochi del 1908 a Londra. Sono stato presente 2 volte a Oristano; 2 volte a Cagliari; 1 volta d Assemini. Alla prima maratona di Oristano arrivai diciottesimo a fianco di continentali da 1 metro e ottanta. Il miglior primo tempo in carriera è stato di 3 ore 18 minuti e 45 secondi. All’ultima maratona che partecipi nell’anno 2001 realizzai un tempo di 3 ore e 23 minuti: tutto documentato. È vero, tempi lontani da quelli da mio fratello Mariano, ma interessanti per un maratoneta amatoriale. Ricordo che nel 2011 partecipai all’ultima gara di 7 km che si tenne a Serrenti in occasione di una corsa per beneficenza organizzata da Bruno Frau, il veterinario».
PROVETTO DONATORE AVIS
«Sono stato donatore Avis fino all’età di 70 anni. La prima volta donai il sangue per puro caso al “Cardarelli” di Napoli: cercavano sangue “Zero RH Positivo”. Ero militare e cercavano donatori urgentemente. Partecipammo in 40. Solo tre militari avevano il sangue con quelle caratteristiche, tra i tre c’ero io. Mi diedero una licenza premio di 7 giorni più 4; all’epoca, che disponevamo di pochi soldi, era l’unico modo per usufruire di una licenza. Ho donato il sangue e piastrine, sotto controllo medico, per 50 anni. Nella mia famiglia queste cose le abbiamo fatte naturalmente. Ma la finiamo qui altrimenti non so come farai, anche se sei abituato, a fare la sintesi di questa lunga chiacchierata».
Aggiungi Commento