Ha amato la vita fino all’ultimo momento e non si è mai arreso nonostante la Sla che lo costringeva a letto da oltre 10 anni. Anicetto Scanu, circondato dall’affetto dei suoi cari, si è spento oggi nella sua abitazione. Così tutta la Sardegna e il Medio Campidano piangono lo speaker e fondatore di Radio Sardinia, fondata nel lontano 1975 e diretta dal giornalista sociologo Antonio Contu.
La sua radio è stata la sua vita, ma Anicetto Scanu ha collaborato con diverse testate giornalistiche come La Gazzetta del Medio Campidano e ha portato avanti trasmissioni radiofoniche che hanno fatto la nostra storia.
Anicetto si è sempre detto soddisfatto del suo percorso di vita: “Rifarei le stesse cose con lo stesso entusiasmo di sempre, ho trascorso 55 anni senza una malattia, con le più belle soddisfazioni, è vero che la Sla mi ha sistemato per bene. Mi chiedo sempre quante persone al mondo hanno avuto la stessa fortuna? Sono fortunato perché comunico ancora con tutti e ho una simpatia con la tecnologia, questo mi facilita molto, e strano a dirsi ma la Sla mi ha migliorato così tanto che la proporrei per legge a tutti i politici, basterebbe anche solo un mese di Sla per avere un mondo migliore e soprattutto molto più giusto”.
Lo ricorda con affetto Pasquale Marongiu: “Con la scomparsa di Anicetto Scanu muore una parte della comunicazione radiofonica provata del medio Campidano e della Sardegna. Lui è stato il primo sangavinese a credere nel settore delle radio private. Radio Sardinia è infatti stata la prima radio privata di San Gavino Monreale. Anicetto è stato ancora un guerriero contro quella maledetta malattia della SLA. Ha continuato a programmare la sua radio dal suo letto usando i suoi occhi. Questo suo impegno gli fu riconosciuto anche dal Dj Marco Galli. Ciao amico mio R.I.P.”.
Il sindaco Carlo Tomasi esprime il suo cordoglio a nome di tutta la comunità sangavinese: “Oggi per San Gavino Monreale è una giornata molto triste, in quanto è venuta a mancare una delle sue voci storiche più brillanti e rappresentative, quella del caro Anicetto Scanu. Ci piace pensare, nondimeno, chela SLA non abbia sconfitto il nostro amico Anicetto, ma che l’abbia solamente costretto ad esternare in modo più palese e plateale le sue numerose virtù. Sì, perché Anicetto, suo malgrado, è divenuto l’incarnazione di un concetto attualmente molto in voga: resilienza. Come lui stesso affermava: “non posso guarire, ma posso vivere”.
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