di Gian Luigi Pittau
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Dopo tanti anni di purgatorio la Monreale, una delle società sportive più importanti del paese, fa un importante passo in avanti nel calcio regionale e disputa con la prima squadra il campionato di prima categoria nel girone B. Un ritorno frutto di un ripescaggio che consente agli sportivi sangavinesi di poter sognare e di avvicinarsi ai tempi in cui la squadra di San Gavino (negli anni sessanta) era arrivata addirittura in serie D. È felicissimo il presidente della società Patrick Porceddu: «Finalmente dopo nove anni e con tanti sacrifici ci riaffacciamo nel calcio che conta. Il nostro obiettivo è quello di mantenere la categoria e di valorizzare i giovani. In squadra ci sono tanti sangavinesi e alcuni molto giovani provenienti dal vivaio della Monreale».
La società sangavinese punta da anni su un settore giovanile che coinvolge bambini e ragazzi.
«Abbiamo in organico 70 ragazzi dai 3 ai 14 anni grazie alla presenza e alla supervisione del maestro Giovanni Zucca. I nostri tecnici sono quasi tutti abilitati e abbiamo istruttori Isef. Con questo ripescaggio facciamo un bel passo avanti ed è il riconoscimento ai sacrifici che abbiamo fatto in questi anni», aggiunge Patrick Porceddu.
L’entusiasmo dei tifosi è alle stelle ed è entusiasta anche il sindaco Carlo Tomasi: «San Gavino merita questa promozione, ma c’è il dispiacere per il Samassi che non si è potuto iscrivere al campionato. Lancio un appello ai tifosi per sostenere la squadra e io sono in prima fila».
E nell’olimpo del calcio regionale la squadra sangavinese è allenata da Roberto Mingoia. Oltre al presidente Patrick Porceddu la società può contare sul vicepresidente Claudio Pibiri, Sandro Figus è il segretario, Nicola Cardia il tesoriere e del direttivo fanno parte anche Martino Brau, Gianluigi Inconis e Gianluca Angei. Così in tempi di grande crisi economica la ricetta della Monreale è quella di puntare sui giovani locali e del territorio in modo da poter gestire al meglio il bilancio della società facendo un piccolo passo alla volta anche perché non sono pochi i costi legati alle trasferte dei giocatori e alle diverse spese.
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