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Economia & Lavoro

San Gavino, Fonderia in crisi:  da oltre undici mesi centoventi dipendenti sono in cassa integrazione

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Il dramma dei lavoratori: “Ansia, disperazione e un silenzio irreale. Noi dimenticati dalla politica”
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di Gian Luigi Pittau
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Da oltre undici mesi i 120 lavoratori della fonderia si trovano in cassa integrazione a zero ore con nessuna possibilità per il momento di migliorare una situazione difficile. Così preoccupazione, frustrazione, ansia, disperazione sono solo alcuni dei sentimenti e delle sensazioni che i lavoratori dello stabilimento di San Gavino Monreale hanno esternato durante l’assemblea straordinaria indetta dalla Rsu dello stabilimento (Carlo Ambus, Cristiano Lixi e Enrico Porceddu).

«Nell’incontro – rimarcano i tre rappresentanti sindacali – ha prevalso un clima caldo, alimentato da attimi di tensione. Siamo circondati da un silenzio surreale causato dallo stato di apatia in cui versa in primis la politica regionale e mancano soluzioni anche da parte delle istituzioni nazionali, incapaci di contrastare la presa di posizione di una delle prime tre multinazionali al mondo per commercio e lavorazione di metalli non ferrosi, che ha deciso di fermare la linea produttiva del piombo a causa della crisi energetica».

Al momento non si vedono spiragli di luce neanche con la proposta di riconversione dello stabilimento di Portovesme verso quei materiali indispensabili per la transizione energetica e neanche con il test per la lavorazione del bismuto che poteva portare ad una soluzione per lo stabilimento di San Gavino.

«Per ora – aggiungono i componenti della Rsu –  è tutto in stand-by e l’evolversi di eventi negativi non lascia presagire niente di buono per il futuro di 120 lavoratori diretti, indiretti, manutentori e interinali. Per questo noi RSU, lavoratrici e lavoratori, sentiamo il dovere di non arrenderci a questa situazione e non escludiamo la possibilità anche nel breve periodo di organizzare e intraprendere delle forme di sensibilizzazione per cercare di risolvere una situazione ormai pesante e ingestibile per riacquistare quella dignità e serenità che solo la ripresa delle attività lavorative può portare».

E un appello per il rilancio dell’industria nel Medio Campidano è stato lanciato da tanti sindacalisti nel corso della presentazione dell’opera ‘I diari ritrovati. La straordinaria avventura dei metalmeccanici sardi raccontata da un protagonista’ di Salvatore Cubeddu.

C’è anche chi è arrivato da Porto Torres come Benedetto Sechi per partecipare all’incontro.

«L’industria – sottolinea Loredana Zuddas, segretaria provinciale della Cisl – sta attraversando una grande sofferenza nel territorio. Ci auguriamo di poter invertire la rotta partendo dalla memoria del passato ma vogliamo dare speranza per il futuro. Combattiamo per un’industria diversa e facciamo i conti con un tessuto industriale che non esiste più».

RIPRODUZIONE RISERVATA
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