di Federica Salis
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La prima messa in scena della piéce teatrale Mer’e Domu della compagnia Come.te ha fatto il tutto esaurito al Teatro Comunale di San Gavino. Lo spettacolo, tratto dall’omonimo libro della scrittrice e psicologa Daniela Frigau, ha commosso il pubblico, guadagnandosi addirittura una standing ovation finale. Una storia dalla trama semplice ma toccante, che s’incentra sul tema della violenza di genere.
La protagonista Maria (Martina Cruccu) è una giovane donna che, negli anni cinquanta, è costretta a lasciare Firenze per trasferirsi dalla nonna in un piccolo paese della Sardegna. Qui le donne devono adempiere ai ruoli per cui sono state educate, cioè quelli di buone mogli e padrone di casa. Il massimo a cui possono aspirare è un matrimonio di convenienza con un uomo che possa garantire loro una vita economicamente dignitosa. Maria, però, viene da un ambiente culturale diverso, che ha fatto nascere in lei la passione per i libri e il sogno di diventare una maestra. Tuttavia, schiacciata dalle aspettative della nonna e di una società arretrata, è costretta a sposare Salvatore (Alberto Ibba), l’uomo più ricco del paese. Da quel momento, per Maria comincia il calvario: Salvatore non è l’uomo affettuoso che tutti conoscono; anzi, si rivela un marito violento che abusa di Maria in modo fisico e psicologico, portandole via i sogni, ma anche l’identità. Quando la donna trova finalmente il coraggio di scappare per salvare se stessa e suo figlio, la storia si trasforma in tragedia e termina con un epilogo doloroso.
L’opera Mer’e Domu ha fatto breccia nel cuore degli spettatori, perché, nonostante l’ambientazione nel passato, narra una realtà che purtroppo non si distacca da quella che tantissime donne vivono ancora oggi. Basti pensare che, dall’inizio del 2023, sono state uccise già più di venti donne, la maggior parte delle quali in ambito familiare o affettivo. Per tale ragione, Martina Cruccu, presidentessa dell’APS Come.te, nonché attrice protagonista della piéce teatrale, e le registe Simonetta Concu e Lorenza Cavatorta hanno deciso di portare una simile storia sul palco, nella speranza che, con tutto il suo carico di crudezza, violenza e tensione, possa avere un impatto importante sul pubblico e spingerlo alla riflessione.
«L’idea della trasposizione è nata nell’aprile del 2022 – ha spiegato Martina Cruccu – Quando abbiamo iniziato il progetto Mer’e Domu, sapevamo di avere tra le mani qualcosa di importante. Il nostro obiettivo come associazione è portare alla luce tematiche importanti. In questo caso, abbiamo cercato di tendere la mano verso le donne che, come Maria, sono vittime di violenza fisica e psicologica».
Assistendo al susseguirsi degli eventi nello spettacolo, è impossibile non provare un profondo senso di ingiustizia, e allo stesso tempo è difficile comprendere il motivo per cui la vittima continua a stare con il suo carnefice senza reagire ai soprusi. A tal proposito, Daniela Frigau, presente alla prima messa in scena, ha spiegato come Mer’e Domu sia un romanzo “utile” per capire il calvario di una vittima di violenza. Trattandosi di un tema delicato, l’autrice ha fatto in modo che le presentazioni del libro fossero sempre accompagnate da seminari di prevenzione.
«Sono una psicologa che ha lavorato anche in centri antiviolenza, e so che ci sono molte storie come quella di Maria. Le donne intrappolate in relazioni abusive spesso si attribuiscono la colpa per ciò che va male nel rapporto, si vergognano di quello che subiscono, magari perché il loro carnefice è ben visto dalle altre persone. Questa paura del giudizio e delle conseguenze le porta a nascondersi e ad annullare se stesse,» ha dichiarato l’autrice.
Soddisfatta della buona riuscita della trasposizione, Daniela Frigau ha aggiunto: «Sono felice di aver affidato le mie parole all’associazione Come.te, perché ho trovato in loro una grande sensibilità, oltre che quella solidarietà femminile che dovrebbe essere sempre presente tra donne. Spero che con il mio libro, e adesso con quest’opera teatrale, le vittime di violenza possano provare empatia verso Maria e aprire gli occhi sulla propria situazione».
Visto il successo dello spettacolo, sono già in programma due repliche: la prima si terrà a Sardara il 2 aprile, mentre la seconda, il 18 aprile a Villasor, sarà un riadattamento della storia per le scuole e i ragazzi.
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