di Marcello Atzeni
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Ieri sera al Teatro comunale di San Gavino è stata inaugurata la stagione Cedac 2022-2023. Sul palco Gioele Dix con “La corsa dietro il vento”, un testo che lo stesso attore milanese ha scritto per omaggiare il mito della sua gioventù, quel Dino Buzzati che a oltre mezzo secolo dalla sua dipartita, affascina ancora i giovani intellettuali italiani. Scordatevi l’attore comico che avete conosciuto su “Zelig”. Non che lo spettacolo fosse drammatico, è scritto sotto forma di commedia, dove David Ottolenghi (il vero nome di Dix) che ha curato anche la regia, è credibile nel mescolare carte e carteggi. Un triplice salto all’indietro per sminuzzare e ricomporre i pensieri del veneto geniale. In un’ora e quaranta, atto unico, si assapora l’esistenza, l’incidere e incedere del tempo, ma anche la difficoltà o impossibilità di coltivare bene i rapporti umani, sentimentali e anche lavorativi. Il Buzzati ottolenghiano corre dietro il vento, a volte al suo fianco.
A tratti, vi sono elementi parossistici, nevrotici, non da anni cinquanta ma da annualità 2022.
Non corre da solo Dix, ma in compagnia di Valentina Cardinali. E tiene il passo. Una scoperta. E anche il pubblico di San Gavino, sala praticamente piena, regala applausi alla giovane attrice.
Buzzati, è notorio, era poliedrico. Nell’omaggio di David Ottolenghi emerge la complessità dell’intellettuale veneto. Per chi nulla conoscesse, si potrebbe iniziare da “Il deserto dei tartari”, può andar bene anche il film, per vedere con gli occhi di Buzzati cose invisibili rincorse dal vento e non acchiappate dal tempo.
Quando qualcuno o qualcosa tira in ballo Buzzati, c’è solo da sedersi e ascoltare. Bravo l’attore e regista a esaltarne la figura. Buzzati era uno che scrutava l’animo o le anime? Forse entrambe le cose. L’allestimento scenografico rimanda molto agli anni d’oro della italica cultura. Facile pensare a Marchesi, Flaiano, Longanesi e altri di assoluto spessore.
Ecco, ricominciamo da qui. A leggere e a emozionarci con gli scritti dove ora abitano i pesciolini d’argento.
E impariamo a nuotare nella polvere, come loro. Perché anche nella polvere esistono cuori che battono, denti che ridono, ombre che camminano.
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