di Federica Salis
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“Siamo artigiani che amano la loro terra e le loro tradizioni”. Questa frase descrive al meglio l’attività della famiglia Arixi di San Gavino Monreale, che dagli anni Settanta si occupa della realizzazione delle maschere in legno, tipiche del Carnevale sardo. Una produzione artigianale ormai consolidata nel Medio Campidano e nel resto della Sardegna, che mantiene vivo l’amore per le tradizioni più antiche della nostra terra.
La storia di Arixi Artigianato comincia con Giovanni “Nino” Arixi, la cui passione per la lavorazione del legno è stata tramandata al nipote Claudio. Negli ultimi venticinque anni, è stato soprattutto quest’ultimo a gestire l’attività di famiglia portando avanti la produzione artigianale, che comprende le famose maschere, ma anche mobili intagliati e oggettistica in legno di vario tipo.
«È da mio nonno che ho imparato il mestiere – ha raccontato Claudio – riusciva a trasformare in arte anche le cose più anonime».
Fin da piccolo, Claudio osservava l’operato del nonno e lo aiutava nei passaggi meno complicati, come la verniciatura degli oggetti. A volte, lui stesso lavorava il legno per realizzare maschere più piccole o cofanetti, ereditando lo spirito d’inventiva da suo nonno. La maggior parte delle tecniche d’intaglio, invece, le ha imparate da autodidatta, così come le nozioni artistiche più avanzate. Nonostante la sua bravura nel disegno, però, Claudio preferisce di gran lunga intagliare, perché è così che riesce a sfogare la sua vena artistica; tenendo il pezzo di legno in mano dall’inizio alla fine della lavorazione, stabilisce un contatto con l’opera d’arte e capisce come rendere particolare il prodotto finale. Con l’aggiunta di piccoli dettagli, spesso simboli legati alla cultura sarda, trasforma le sue maschere in pezzi unici e difficilmente replicabili. Infatti, Claudio sostiene che «non esistono maschere uguali, perché nella fase di realizzazione perfino una piccola variazione può cambiare il risultato finale».
In questo modo, anche le maschere più tradizionali del Carnevale, come Boes e Merdules, Sa Filonzana e i Mamuthones, diventano innovative. Grazie al loro stile, che unisce tradizione e originalità, attraggono clienti da tutta l’Italia e, addirittura, dall’Austria e dal Regno Unito. La meta più lontana che le maschere abbiano mai raggiunto? Il Giappone.
«Le persone le scelgono come bomboniere per le ricorrenze, oppure semplicemente vogliono portarsi a casa qualcosa che ricordi la Sardegna. Le maschere dicono di più sulla nostra terra rispetto a un normale souvenir», ha spiegato Claudio.
Anche dopo tanti anni di mestiere, Arixi Artigianato non si adagia su tecniche e stili già diffusi; al contrario, a Claudio piace sperimentare per realizzare maschere sempre più originali, in modo da sorprendere positivamente i clienti di tutto il mondo.
«Quando creo una maschera, non penso mai al guadagno, ma solo a portare avanti una grande passione».
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