Dalle materie prime ai consumi. Bruxelles lavora a una strategia per incentivare la produzione delle proteine grezze per i mangimi
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di Fulvio Tocco
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In riferimento all’interessante Convegno, promosso dal PD, tenutosi nel comune di San Gavino Monreale il 23 novembre scorso, alla presenza dei rappresentanti di ogni grado istituzionale, ritengo che oltre ad aver messo in luce lo stato di crisi delle industrie esistenti, andrebbe colto anche il suggerimento del parlamentare europeo Giuseppe Lupo per fare dei Focus di approfondimento finalizzati a ridare forza strategica all’industria isolana. Sappiamo che l’Europa si appresta a realizzare una transizione verso la neutralità climatica e la leadership digitale. La strategia industriale europea intende fare in modo che l’industria europea spiani la strada a questa nuova era. Nel nostro piccolo, in coerenza con questa strategia, alcune soluzioni potrebbero essere trovate in casa nostra dopo un’attenta lettura dei bisogni regionali.
Per consentire che il Medio Campidano diventi più efficiente in termini di produzione di ricchezza sono necessarie maggiori materie prime proteiche per sviluppare l’industria della mangimistica regionale al fine di soddisfare il patrimonio zootecnico che al momento, alla pari di altre realtà nazionali ed europee, si approvvigiona dai mercati esterni.
Produrre le proteine vegetali nel Medio Campidano consente infatti di soddisfare i bisogni del comparto zootecnico, composto nell’isola da 12. 400 aziende e da 3.800.000 capi, che quotidianamente ha bisogno di una frazione proteica alimentare per campare e per produrre latte, formaggio e carne.
Sarebbe un modo per accompagnare anche la transizione verde curando e bonificando il territorio producendo in casa ciò che si consuma quotidianamente nell’isola. Non aver mai governato politicamente questo processo, neanche con un Piano straordinario di semplice implementazione, ha portato la Sardegna ad avere carenza di materie prime per l’industria mangimistica regionale; di conseguenza a non beneficiare appieno della forza determinante del comparto zootecnico perché non si è considerata strategica la catena delle fonti di approvvigionamento in loco.
Per abbassare le importazioni di leguminose da granella si dovrebbe incentivare la coltivazione dei seminativi al fine di ridurre, nell’arco di alcune annate, la dipendenza delle proteine vegetali dalle importazioni. Con una programmazione del genere si darebbe immediatamente una mano alla bilancia commerciale isolana, alle imprese agricole, all’ambiente, all’industria mangimistica, alla salubrità degli alimenti zootecnici e si darebbe ascolto al decennale richiamo dell’Unione europea verso gli Stati membri, per incentivare la produzione delle proteine vegetali. Pertanto, il suggerimento scaturito dall’intervento del Parlamentare europeo Giuseppe Lupo per tenere dei focus sulle soluzioni da adottare per riparlare di industria in Sardegna andrebbe colto al volo per migliorare la nostra autonomia strategica in un settore chiave dell’economia regionale.
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