di Gian Luigi Pittau
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L’amministrazione comunale vuole rendere fruibile a tutti il museo delle “Due fonderie” che vuole essere testimonianza del lavoro nella fonderia, la fabbrica storica che 91 anni fa ha trasformato il volto di San Gavino, passato all’improvviso da paese agricolo a industriale. Lo rimarca l’assessora alla cultura Silvia Mamusa: «A breve faremo un bando per l’affidamento della gestione di questo spazio comunale da parte di un’associazione locale che possa rendersi disponibile. Abbiamo deliberato come giunta gli indirizzi a cui farà seguito il bando per la manifestazione d’interesse e la successiva concessione in comodato d’uso gratuito degli spazi. L’associazione incaricata dovrà garantire l’apertura del museo almeno 52 volte all’anno garantendone la fruizione e l’accompagnamento qualificato durante le visite guidate. Avrà, d’altra parte, la titolarità di sede operativa. Abbiamo un patrimonio storico e minerario importante da preservare, divulgare ma anche incrementare».
Il “Museo delle due fonderie”, che si trova nell’ex magazzino ferroviario in via Montevecchio, è stato inserito nel parco letterario “Giuseppe Dessì” e ha questo nome perché lo scrittore villacidrese nei suoi romanzi cita l’antica fonderia di Villacidro, facendo riferimento a quella di San Gavino. «Siamo disponibili – aggiunge l’assessora Silvia Mamusa – anche all’accettazione di oggetti, arredi, testimonianze riguardanti tutto il periodo di attività legata alla lavorazione mineraria che i cittadini volessero eventualmente donare alla nostra amministrazione. Intendiamo valorizzare questo sito dal punto di vista turistico e culturale, in stretto raccordo con gli istituti scolastici e la comunità tutta. Le nostre radici raccontano la nostra storia».
Nel museo già oggi ci sono tanti oggetti legati alla vita e al lavoro in fabbrica, macchinari della fonderia, filmati e registrazioni audio, fotografie, testimonianze orali e altri documenti.
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