di Fabiola Corona
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Iniziati ormai da un anno, a gennaio 2019, i lavori in Viale Trieste continuano tra i malumori dei cittadini residenti, che lamentano la mancanza di chiarezza e di risposte da parte del Comune, e la lentezza dei tempi inizialmente segnalati. Se infatti inizialmente si era annunciato un cantiere di otto mesi, i problemi sorti lo scorso anno con la ditta che vinse l’appalto, hanno rallentato tutto. A febbraio 2020 è stato riaperto il primo tratto di strada, mentre per accelerare i tempi si è deciso di affidare gli interventi a due ditte distinte: una che si occupa degli asfalti e una che si occupa dei marciapiedi. Dopo un periodo di stop, il 4 gennaio sono ripresi i lavori e nel cartello informativo a inizio cantiere viene indicato un tempo di 120 giorni per il termine degli stessi, e perciò tutto dovrebbe finire entro i primi giorni di maggio. Ciò non ferma però le critiche dei residenti, tra cui i proprietari delle attività commerciali ubicate nel tratto di strada interessato, uno dei più trafficati di Sanluri, che lamentano l’incertezza che accompagna i lavori: «Un Viale come questo non può rimanere chiuso due anni. Hanno finito la prima parte, ora hanno cominciato con l’altra e quando finiranno? Non è più possibile che la situazione continui così, senza nessuna risposta dai canali ufficiali. La situazione è stata gestita male», commenta uno di essi.
Il sindaco, dal canto suo, non ha mai nascosto le difficoltà sopravvenute legate alla realizzazione dell’opera e la volontà di completare i lavori nel viale il prima possibile, ponendo la questione tra le priorità del suo secondo mandato: «I lavori riprenderanno entro il 15 dicembre» scrive sui social a metà novembre, ma di fronte alla mancata riapertura del cantiere, un mese dopo spiega: «I lavori sono riiniziati il 4 gennaio. Il 15 dicembre avremmo avuto solo dieci giorni lavorativi e avremo bloccato la strada nei giorni dove si spendeva qualcosa nei locali commerciali e nella pizzeria panificio. Abbiamo solo voluto non bloccare tutta la strada per un mese per dieci giorni effettivi di lavoro». «Assistiamo a un continuo rimandare. Durante questo lunghissimo periodo, altri lavori sono stati iniziati e conclusi, qui invece ci sono sempre problemi e la ragione ci sfugge. Inoltre, ciò che considerano finito non è finito, manca ancora il manto stradale nel primo tratto di strada; dovrebbero almeno completare la prima parte, per esempio con gli arredi urbani di cui si era parlato o iniziare dalla cura e dalla pulizia delle aiuole. I disagi continuano ad esserci, i parcheggi sono studiati male e le macchine vengono di conseguenza parcheggiate male, creando difficoltà a chi entra o esce con l’auto dalla propria casa» spiega un residente.
Fabiola Corona
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