Dal corto: «Vedi queste nuvole che scorrono sopra la nostra testa? Ci insegnano che tutto è di passaggio»
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di Fabiola Corona
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“Nati per rinascere”: è questo il titolo del nuovo progetto cinematografico di Alberto Deidda, promettente regista sanlurese, e Nicola Orrù, sceneggiatore di Iglesias. I due giovani ragazzi sardi hanno riempito la Sala Blu del Centro Culturale di Iglesias lo scorso 30 dicembre, in occasione della presentazione in anteprima del loro cortometraggio. La prima ufficiale è invece attesa nei prossimi mesi. «Io e Nicola abbiamo lavorato assieme, cinquanta e cinquanta – racconta il regista Alberto Deidda – Mentre lui si è occupato della sceneggiatura, io ho seguito la regia e il montaggio ed entrambi abbiamo curato la produzione».
“Nati per rinascere” è un viaggio introspettivo all’interno del labirinto nella mente di Luca, il giovane protagonista della storia. Lo spettatore resta incollato allo schermo per tutti i venticinque minuti che compongono la pellicola, confrontandosi con i problemi della vita di Luca e cercando di comprendere, minuto dopo minuto, i motivi dietro le sue scelte, non riuscendoci però mai sino in fondo.
Un corto che insegna a pensare prima di giudicare, con un finale tanto emozionante quanto impenetrabile. «Con il titolo si fa riferimento a quella che è la vita di ciascuno: una persona nasce ma nel corso della vita può anche cadere, attraversare dei momenti no, ed è a quel punto che ci si rende conto che si può anche rinascere e quindi: “nasciamo per rinascere” – aggiunge Alberto Deidda – Il corto serve a far capire e a riflettere sul fatto che si tende a giudicare le persone dalla sola apparenza, ma spesso non si sa cosa ci sia dietro certi comportamenti e certe scelte e quindi non si dovrebbe giudicare. La realizzazione di questo corto è stata la prima volta in cui mi sono trovato a coordinare degli attori, un procedimento un po’ più professionale rispetto al passato. All’inizio è stato un po’ complicato, ma è stata un’esperienza che mi è servita tantissimo per capire il rapporto che si deve avere con le persone all’interno del set perché fare regia è anche saper mediare e io sono cresciuto molto grazie a questo progetto».
«La storia di Luca è nata ancor prima di diventare un soggetto, è nata come un flusso di coscienza – spiega Nicola Orrù – Mi sono poi accorto che potevo raccontare una storia che trattasse una situazione mentale che al giorno d’oggi colpisce tanti giovani: essere allo sbando, essere mangiati e sopraffatti dal mondo avendo sempre meno certezze. Ho scelto il corto perché secondo me era il metodo migliore per condensare queste informazioni in un’opera non troppo lunga ma che arrivasse al pubblico, ho pensato di fare del cinema-terapia». Il cortometraggio, con la colonna sonora realizzata da Simone Mameli, è stato girato durante il 2023 tra Sanluri, Chia e Iglesias e sarà ora distribuito tra vari festival.
«Un’esperienza bellissima, ci siamo impegnati tutti all’interno di questo progetto – conclude Nicola Orrù – C’è stato un grande lavoro nel fare e disfare che si è ripetuto varie volte, finché non si è trovato il giusto intreccio tra tutte le informazioni per creare la storia che si voleva raccontare. Un progetto a cui abbiamo creduto tanto e sono orgoglioso che siamo riusciti a realizzarlo e che tante persone siano venute a vedere il corto in occasione dell’anteprima».
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