di Fabiola Corona
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È andata in scena il 22 e 23 giugno, rappresentata da “Teatro Impossibile”, la prima opera teatrale di Antonio Farina, al teatro “Intrepidi Monelli”, in via Sant’Avendrace a Cagliari. Docente di lettere di 38 anni, la sua commedia “Famiglia cristiana” ha divertito il pubblico in sala, non senza portare, però, a riflettere su importanti tematiche a noi contemporanee.
La protagonista della storia è l’eccentrica nonna Agnese e con lei figli e nipoti che sono invitati a casa sua per festeggiare il suo pensionamento con un pranzo di famiglia, pranzo che è già stato rimandato di tre anni per varie vicissitudini. Mentre nonna Agnese cerca di organizzare il pranzo, però, tutto va all’aria. «La trama ruota attorno alle vicende di una famiglia in cui tutti si possono riconoscere per qualche aspetto, direttamente o indirettamente – spiega l’autore, Antonio Farina – Ogni figlio rappresenta una caratteristica negativa, le quali poi messe assieme portano a far saltare questo pranzo a causa di continui litigi».
Ben diciotto i personaggi in scena, dalla nonna al professore universitario, dalla suora che cela dei segreti alla collaboratrice domestica Macarena, passando per le zie pettegole: questi alcuni dei personaggi che hanno intrattenuto il pubblico per un’ora e dieci di recita, tra risate e spunti di riflessione profondi, passando per intermezzi di pura satira che puntano il dito su alcune dinamiche negative del sistema culturale in Sardegna. «L’idea di quest’opera è nata a ottobre, durante un laboratorio teatrale che ho frequentato insieme alla sanlurese Sofia Curreli. Ho scritto la commedia pensando a una caratteristica di ogni partecipante del laboratorio e quando poi si è scelta l’opera da mettere in scena a giugno, la maggioranza ha scelto questa».
In “Famiglia cristiana” si mischiano le due lingue, l’italiano e il sardo, quest’ultimo sul palcoscenico con diversi accenti protagonisti: dal cagliaritano a quello dell’alta Marmilla. Un’opera contemporanea ambientata nell’hinterland cagliaritano e dal finale inaspettato. «Ognuno trova qualcosa di sé all’interno di questa commedia, specialmente nelle dinamiche sociali della famiglia del sud, dell’etica, della morale e della religione, ma tutto viene smontato – continua Farina – Ciò che ho voluto mettere in risalto è che spesso è quasi più importante quel tipo di realtà sociale per cui si è sempre “figli di”, piuttosto che il resto. Chiunque cerchi di elevarsi viene riportato a terra e nella maniera peggiore. Per me “Famiglia cristiana” è la Sardegna, che alleva i suoi figli per poi farli andare via. Ringrazio il regista Elio Turno Arthemalle e il supervisore artistico Felice Colucci, con l’auspicio di replicare in altri teatri».
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