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Cultura

Sanluri, sabato 22 aprile spettacolo teatrale “Terapia durto!”

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Sabato 22 aprile, alle 19.30, nel teatro comunale “Akinu Congia” in via Azuni (parco S’Arei) a Sanluri la compagnia teatrante “Il Teatro delle Gocce” presenterà lo spettacolo “Terapia d’urto!”
Adattamento del testo teatrale “Stasera mi butto” dell’autore Giuliano Angeletti, “Terapia d’Urto!” nasce dalla volontà di trattare questioni di rilevanza sociale in chiave ironica, con l’obiettivo di veicolare un messaggio complesso e importante attraverso la leggerezza della commedia brillante. Lo spettacolo affronta il tema del benessere psicologico, focalizzando l’attenzione e le riflessioni del pubblico sull’impatto delle relazioni interpersonali sull’autostima, sull’immagine di sé e sulla salute mentale in generale, e intende accompagnare gli spettatori nell’esplorazione di un argomento delicato: la sofferenza psicologica originata dalle relazioni tossiche.

Nonostante negli ultimi anni sia aumentata la risonanza mediatica dei casi di violenza domestica, troppo spesso ancora si crede che l’abuso sia tale solo quando è di tipo fisico. Crediamo sia necessario, dunque, puntare i riflettori sui danni causati dalla violenza psicologica nei rapporti familiari, di coppia e amicali, per informare, far comprendere, rendere consapevoli.

La protagonista, Chantal, è una donna che ha deciso di porre termine alla sua vita. Nel corso della commedia emergono pezzi della sua storia che permettono agli spettatori di comprenderne le motivazioni, e ciascuno di essi ha a che fare con dinamiche relazionali disfunzionali. La disperazione di Chantal, infatti, ha radici nel rapporto privo di affetto e accudimento con una madre manipolatrice, nel fidanzamento con un uomo disinteressato e infedele, nell’amicizia tradita. Persino le persone che inizialmente si dichiarano intenzionate a salvarla finiscono per mostrarsi indifferenti alla sua sofferenza.

Si tratta di situazioni stereotipiche, volutamente portate all’eccesso e raccontate usando la comicità come mezzo di facile accesso a realtà tanto dolorose quanto comuni. A un osservatore sensibile, esse rivelano uno spaccato del disagio più che mai attuale nell’odierna società, caratterizzata da una crescente ipermediazione a discapito dell’immediatezza dei legami umani.

Tutte le considerazioni appena fatte vengono rese palesi nel monologo finale, frutto di una nuova consapevolezza acquisita dalla donna che sceglie di diventare artefice del proprio benessere. Un lieto fine che, idealmente, rappresenta il punto di arrivo di un percorso di crescita personale improntato all’assertività e alla conoscenza di sé a cui ciascuno di noi dovrebbe mirare.

RIPRODUZIONE RISERVATA
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