Nel territorio del Comune di Pabillonis sono presenti importanti testimonianze archeologiche di età nuragica, che ultimamente sono state oggetto di attenzione particolare nello studio e analisi storica nonché di azioni finalizzate alla loro conservazione e valorizzazione.
«È intenzione dell’amministrazione comunale», rimarca il sindaco Riccardo Sanna e l’assessore alle risorse archeologiche Marco Sanna, «che tali beni siano fruibili dai cittadini, aperti al turismo e che si intraprendano tutte le azioni possibili alla loro riscoperta, dopo mesi di lavoro che hanno visto l’impegno assiduo dell’assessore alle risorse archeologiche Marco Sanna, degli amministratori, degli uffici comunali e dei professionisti incaricati, è stato istituito formalmente, con deliberazione unanime del Consiglio Comunale, il parco di rete denominato “Parco Archeologico Pabillonis”».
In una relazione ricca e dettagliata presentata dal dottor Fabrizio Fanari si evidenzia come nel territorio di Pabillonis sia possibile riconoscere e visitare il sito di otto nuraghi con i villaggi ad essi relativi, una tomba megalitica, una fonte romana di probabile origine preistorica, un ponte romano, due chiese medievali campestri costruite sopra le strutture nuragiche. In più nel territorio di Pabillonis molti insediamenti risalgono all’antichità cn la presenza dell’uomo e dei villaggi favorita dalla posizione geografica pianeggiante e attraversata da diversi corsi d’acqua.
E Proprio uscendo dal centro abitato è possibile visitare il Nuraghe di San Lussorio, chiamato così per la vicinanza con un’antica chiesetta dedicata al Santo. Questo nuraghe presenta una costruzione complessa nella quale si riconoscono il bastione polilobato e alcune torri dell’antemurale con le cortine di raccordo. Proseguendo il cammino si incontra il Nuraxi Fenu all’interno del quale, durante gli scavi, furono ritrovati frammenti di ceramica romana ed una moneta databile al III sec d.C. che permette di ipotizzare una sporadica occupazione del sito tra il II ed il III secolo d.C. Un violento incendio segnò la fine dell’occupazione nuragica anche se fu sporadicamente frequentato nel periodo punico e romano.
Renato Sechi
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