Fondatore e presidente della Cooperativa Villa Abbas di Sardara, unica in Sardegna, con la certificazione Herity
Museo di Sardara: nell’anno 2000 in collaborazione col Museo Egizio di Torino fu organizzata la mostra: “La tomba di Kha e di Merit”, con il percorso tattile. Fu un successo, si staccarono 25.000 biglietti
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di Fulvio Tocco
Dopo 37 anni di servizio presso la Cooperativa Villa Abbas di Sardara, Giuseppe Garau, classe 1956, è andato in pensione. Per una curiosa circostanza della vita la sua esperienza lavorativa si è compiuta nel comune di Sardara, a pochi passi da casa sua, nei pressi della chiesa di Sant’Anastasìa, divenuto uno dei siti archeologici più interessanti della Sardegna. Poco lontano dalla chiesa, esattamente in località “Sa Costa”, nei pressi del museo, dentro una misteriosa tomba nuragica, sono state trovate due statuine in bronzo, raffiguranti guerrieri sardi vestiti con un’armatura assiro babilonese. Giuseppe in quei siti ci andava per fare il “doposcuola”. Poi dopo aver frequentato il Liceo scientifico di San Gavino, diventò la sua prima esperienza lavorativa. Quel lavoro lo portò ad appassionarsi all’archeologia, senza abbandonarla mai, studiandoci ulteriormente!
Nel periodo in cui fu sindaco del paese Rossano Caddeo, durante i lavori di scavo sotto la direzione del noto archeologo Giovanni Ugas, visti i preziosi ritrovamenti, nacque l’esigenza di costituire una cooperativa di gestione del sito. Giovanni Ugas è conosciuto anche per i suoi studi durati più di trent’anni sugli Shardana, trasmetteva molto del suo sapere alle persone del cantiere. Dando ascolto alle parole del sindaco, nell’anno 1986, nacque la Cooperativa Villa Abbas e Giuseppe divenne fondatore e presidente. Alla cooperativa fu data la denominazione medievale delle Antiche terme: “Villa Abbas”. Da quel momento in poi si percorse il lungo sentiero della formazione professionale di tutti i soci, divenuti esperti di amministrazione, biblioteca, archivistica, disegno, restauro. A quella formazione seguirono i laboratori di restauro delle ceramiche e successivamente alla formazione delle Guide turistiche, fin quando fu consentito.
Nell’anno 1997 fu inaugurato il percorso espositivo del museo archeologico Villa Abbas che si articola su due piani, in otto sale corredate da vetrine e pozzetti. I reperti provengono principalmente dal territorio urbano ed extraurbano di Sardara, ma anche da siti posti lungo la S.S. 131, da Sardara, Serrenti fino a Monastir, e dai paesi della XVIII Comunità montana.
Indimenticabile ed unica, rimane (nell’anno 2000) la collaborazione col Museo Egizio di Torino, il più antico, a livello mondiale, interamente dedicato alla civiltà nilotica, considerato, per valore e quantità dei reperti, il più importante al mondo dopo quello del Cairo. Con la direzione di quel Museo fu organizzata la mostra: “La tomba di Kha e di Merit”, con il percorso tattile. Fu un successo, si staccarono 25.000 biglietti. La Tomba di Kha e sua moglie Merit, è una delle Tombe dei Nobili ubicate nell’area della cosiddetta Necropoli Tebana, sulla sponda occidentale del Nilo dinanzi alla città di Luxor, in Egitto.
Con questo dinamismo organizzativo e culturale la Cooperativa, sotto la presidenza di Giuseppe, cercò di mantenersi al passo dei tempi conseguendo, dopo la ventennale presenza alle iniziative di “Paestum” e al “Tourisma” di Firenze, e di tante altre esperienze in campo nazionale ed europeo, la certificazione Herity. La certificazione Herity, rilasciata dall’omonimo organismo internazionale di certificazione della qualità del patrimonio culturale, si basa sulle visite condotte dai propri valutatori nei beni esaminati, sull’autovalutazione dei responsabili delle realtà analizzate e sull’opinione del pubblico dei visitatori. Dal 2010 la cooperativa è l’unica realtà sarda che si avvale di questa certificazione. Detta attestazione di qualità è tornata utile per rafforzare i rapporti anche a carattere internazionale e in particolare con la Bulgaria dove è stato scoperto il Pozzo “Nuragico” di Garlo dove sono stati ritrovati dei manufatti legati alla cultura mediterranea. Non per niente la città di Sofia ha cambiato nome almeno 6 volte. Il primo insediamento fu opera dei Serdi (due o tre millenni prima di Cristo) e la città fu chiamata Serdica. Tra il 98 e il 117 d.C. fu ribattezzata Ulpia Serdica da Traiano. Quella collaborazione, addirittura, fu sollecitata dalla direzione del Circolo Sardica di Sofia.
Le tappe riportate, più le tante non citate, fanno parte della lunga avventura professionale di Giuseppe Garau che oggi può essere vantata dalla comunità di Sardara ma anche di tutti coloro che hanno a cuore il valore dei beni culturali in Sardegna. Se spesso abbiamo trovato difficoltà a dare il giusto significato alla Sociologia della conoscenza, oggi possiamo dire che Peppuccio l’ha incarnata e praticata per se e per renderla fruibile a tutti. Onore al merito!
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