di Dario Frau
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Ancora una volta è sorprendente la duttilità artistica dello scultore Giuseppe Maccioni di Sardara.
A sorprendere, in effetti, è il tema delle sue ultime sculture: “la politica”.
Dopo numerose opere sparse in ogni angolo del territorio isolano e nazionale che rimarcano caratteristiche sociali, religiose, comunitarie, pubbliche e private, una tematica nuova e inedita sono le sculture “politiche”.
Politica intesa in senso largo, non certamente celebrativa, commemorativa o propagandistica, ma interpretata dalla sua abilità di scultore e dalla capacità di rappresentare, con ironia e caricatura, i personaggi in questo periodo di sfide elettorali.
Le sue sculture sono come una serie di “vignette”, che mentre nei giornali e riviste esprimono, per mezzo di un disegnatore, una battuta di spirito, di ironia, di sarcasmo o satira sulla politica, nelle mani dello scultore Maccioni queste caratteristiche vengono espresse con la manipolazione dell’argilla.
Argilla creativa, dove l’amalgama della terra è un connubio di ispirazione, di ingegno creativo e riflessioni dell’artista di Sardara: indispensabili, per la creazione delle sue “opere politiche”. Personaggi che esprimono nella loro rappresentazione satirica, attitudini, inclinazioni, idee pensieri e concetti della loro appartenenza politica e personale.
La peculiarità di Giuseppe Maccioni è la capacità di sintesi di tutte queste singolarità, dove il risultato finale si può cogliere, nelle sue sculture in terracotta.
Opere espressive, ognuna con le proprie personalità che all’osservatore arrivano dirette e immediate.
Abilità e competenze, che lo scultore di Sardara ha già dimostrato di possedere nelle numerose opere realizzate nella sua lunga carriera artistica partecipando a diversi concorsi dove la sua bravura è stata premiata in vari ambiti, come quello bandito dal comune di Brescia nel 2022 per la realizzazione della scultura dedicata a don Luigi Sturzo, sul tema “la politica quale impegno
sociale e politico vissuto come atto d’amore al servizio del bene comune”.
Ma sarebbe lungo elencare tutti i concorsi vinti: dal “Monumento in memoria dei caduti di Nassirja”, all’opera d’arte monumentale “Madre Terra” in porfido e Marmo bianco di Carrara, per la scuola elementare di Fornace, in provincia di Trento.
E sempre in Trentino, la realizzazione del “Monumento all’Emigrante”, alle sculture in marmo del giudice Falcone e del giudice Borsellino, poste entrambe all’interno del penitenziario di Oristano. Ma a queste vanno aggiunte tantissime altre opere importanti, sparse nell’Isola e nella Penisola.
Giuseppe Maccioni è un artista poliedrico. Le sue competenze sono frutto della sua formazione al liceo artistico di Cagliari e della frequenza di maestri come Foiso Fois, Gaetano Brundu e Pinuccio Sciola.
L’artista di Sardara non ha mai deposto pennello, scalpello, sgubbia e tutti gli strumenti, che uniti alle sue doti e capacità, gli permettono di realizzare sculture monumentali con qualsiasi materiale e tecnica scultorea; mosaici in marmi policromi; dipinti, disegni, ceramiche artistiche; opere grafiche pubblicate anche su libri e manuali del settore.
Ora, in questo periodo, l’attenzione si è concentrata sulla realizzazione delle “caricature” degli aspiranti governatori e di alcuni big nazionali che li appoggiano: piccole statue in terracotta realizzate a tutto tondo, di 35 cm circa, su una base in legno, che esprimono la parodia dei singoli personaggi.
«Tutto è nato per gioco, dalla questione per la candidatura alle Regionali, tra Truzzu e Solinas che ho associato a Zorro e sergente Garcia, poi sono seguiti gli altri politici: Soru (il trono di Sorus), Todde (Wonder Woman) Chessa (Maga Magò), ma c’è anche Trump, la premier Meloni e Ignazio La Russa, tutti immaginati come supereroi che tra promesse altisonanti e miracoli vari, si dicono pronti a risolvere tutti i nostri problemi, non c’è nessuna cattiveria: è satira, come viene presentata in tanti giornali con vignette e altro».
I personaggi sono rappresentati in modo satirico e bonariamente ironico. Eppure Giuseppe Maccioni mostra una certa delusione per la poca accoglienza di questa satira.
«Ho proposto queste statuette in alcuni locali e ambienti culturali di Cagliari, ma la mia proposta non è stata accolta favorevolmente seppur abbiano apprezzato la valenza artistica e satirica delle statuette. Forse il momento politico e periodo delle elezioni regionali, ha condizionato la loro decisione. Ciò mi ha convinto a non insistere e andare via con la consapevolezza che siamo ancora molto indietro, nella visione di una cultura politica aperta e liberale che soprattutto in questo periodo si ritiene venga distorta o travisata».
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