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Il Personaggio

Sardara, Ovidio Pusceddu il principe del brushing

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La storia di un professionista dalla fine degli anni 70 che contribuì a mettere da parte i bigodini, il casco, lo sfilzino e la cotonatura sostituendoli con la forbice, pettine, spazzola e asciugacapelli
All’età di 24 anni, in una particolare circostanza, si trovò a competere con parrucchieri di fama mondiale
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 di Fulvio Tocco

 

Il personaggio intervistato è Ovidio Pusceddu (1944) un parrucchiere di successo del Medio Campidano che per la sua destrezza veniva scelto anche da una clientela proveniente dalle città di Cagliari e Oristano.
Nella primavera del 1968, all’età di 24 anni, durante un concorso presentato da Corrado e Dora Moroni, presso l’Hotel Hilton di Roma, per assegnare il trofeo ai migliori acconciatori si è trovato a gareggiare fianco a fianco a dei professionisti di fama mondiale.

Ovidio ha sostenuto che fare il parrucchiere significa possedere competenze tecniche impeccabili, ma anche la capacità di stare attento ai desideri dei clienti. Questi apprezzavano il suo impegno e la sua passione nel rendere i loro capelli perfetti; come ricompensa, a servizio concluso, uscivano dal suo salone con un bel sorriso e la parola grazie nei confronti di Ovidio non mancava mai.

PREMESSA

Ora la parola passa ad Ovidio e vi accorgerete che il suo racconto non concede cali di tensione. In poco spazio ha messo in luce la sua frenetica ed emozionante storia lavorativa.

DA APPRENDISTA BARBIERE

Nei primi anni Sessanta, per raccomandazione di mio padre, entrai nelle grazie di Mario Ibba, uno dei barbieri di Sardara, che mi prese nel suo locale per fare l’apprendista. Dopo tre anni di pratica, si accorse che eseguivo bene le barbe e il taglio dei capelli, mi faceva fare servizio a domicilio dei clienti anziani o ammalati. Come retribuzione inizialmente non mi dava nulla, poi 200 lire la settimana e nell’ultimo periodo, prima di partire militare, 1.000 lire alla settimana. Mi salvavo facendo servizio a domicilio e in casa mia con le attrezzature personali. Prima che io partissi militare il barbiere veniva pagato da parte dei clienti in grano e una volta all’anno. Mario mi diceva: “se il cliente lo accontenti con qualche particolare aggiuntivo fatti dare una manciata di grano in più”. Ma le usanze erano in fase di cambiamento per cui mi son trovato anche alcuni mesi dopo con i contadini che pagavano ancora in natura e i muratori (che disponevano dei soldi) in contanti.

IL PAGAMENTO IN NATURA

Il pagamento in natura era una pratica che ha avuto rilevanza fino agli anni Sessanta e che coinvolgeva la retribuzione dei lavoratori non in denaro, ma tramite un quantitativo di grano duro. Questo tipo di retribuzione venne a cessare per effetto dei cambiamenti sociali ed economici che coinvolgevano inevitabilmente anche la società isolana.

DURANTE IL SERVIZIO MILITARE

Nel maggio dell’anno 1965 andai per il servizio di leva a Trapani. Era un casermone adibito a Centro di addestramento reclute. Tra i militari si sparse la voce che sapevo fare barba e capelli per cui trascorrevo il mio tempo da una zona all’altra della caserma con una valigetta in mano per dare una sistematina ai militari e spesso anche ai sottufficiali. I soldi non mi mancavano perché guadagnavo già quanto lo stipendio di un sergente. Finito il Car mi trasferirono a Bologna in una Caserma più piccola. Ma anche nella nuova destinazione garantivo i servizi di rasatura ai commilitoni e sottufficiali. Durante la permanenza in questa città venni a sapere che si doveva tenere un corso di formazione per parrucchiere nell’Istituto Dorica.

IL RITORNO NELLA CITTÀ DI BOLOGNA

Concluso il servizio miliare rientrai in Sardegna e dopo due settimane fui nuovamente a Bologna per frequentare il corso di parrucchiere per Signora dove mi ero iscritto. Bologna in questo campo era già una città all’avanguardia per cui il Corso di Abilitazione Professionale era studiato per dare le competenze finalizzate ad ottenere l’abilitazione necessaria ad avviare una attività in piena autonomia o per lavorare in un salone alle dipendenze. A Bologna dopo un anno e un mese di permanenza, tra frequenza e lavoro, ci sarei potuto rimanere per sempre invece preso dalla nostalgia rientrai in Sardegna. Non avendo trovato occupazione nella città di Cagliari, decisi di lavorare in proprio a Sardara.

ISCRIZIONE ALL’ALBO DEGLI ARTIGIANI

Nell’anno 1967, la frequenza del Corso mi valse per acquisire il diritto di iscrizione all’Albo degli artigiani della provincia di Cagliari. Così ha avuto inizio la mia carriera di Parrucchiere a tutto tondo. Dopo diversi anni di attività autonoma nell’anno 1977, da parrucchiere affermato, in un salone tutto mio a Sardara in via Vittorio Emanuele, in poco tempo avevo a che fare già con una discreta clientela e ottimi rapporti con le Associazioni professionali.

MANIFESTAZIONE ORGANIZZATA DALL’OREAL

Nell’anno 1978 ho avuto l’opportunità di partecipare ad una sfarzosa manifestazione che si tenne all’Hotel Mediterraneo di Cagliari, organizzata dall’OREAL con il sostegno della pellicceria Annabella. La dimostrazione era finalizzata al lancio del “Brusching”. I concorrenti erano quattro gruppi: tre provenienti dalla penisola e una dalla Sardegna. In quest’ultimo gruppo c’ero anch’io. La prova andava fatta con una modella Professionista e riguardava solo la pettinatura senza il taglio. Non so se hai mai sentito parlare di Brushing? A dispetto del nome, piuttosto complicato, si tratta di una semplice messa in piega che garantisce una chioma perfetta e ordinata con il solo uso di spazzola e phon.

ADESIONE AL GRUPPO ARTISTICO DI CAGLIARI

Nell’anno 1979, a distanza di 2 anni che gestivo il salone, mi associai al gruppo artistico di Cagliari (ARS), in via Iglesias. In quegli anni si usava partecipare al “Trofeo regionale accademico. Io feci in tempo a partecipare all’ultimo che fu organizzato. Dopo tre anni, con altri 3 affermati professionisti avevamo dato vita ad una nuova associazione con un programma ambizioso aderendo ad un’altra accademia: l’U.N. F.A.S di Verona.

COSTITUZIONE “CIRCOLO ACCONCIATORI SARDI”

Nell’anno 1983, invece, per allargare l’orizzonte professionale, abbiamo costituito una Srl con la denominazione di Circolo Acconciatori Sardi aderenti all’Unfas di Verona, un organismo di fama internazionale. A Cagliari, in via Francoforte, nel quartiere di Genneruxi avevamo aperto un maestoso salone di formazione di circa 400 metri quadrati. I maestri venivano da Verona. Però siccome costavano troppo, con la collaborazione dei docenti della stessa sede nazionale, ci eravamo organizzati per diventare maestri noi stessi e in 18 mesi di formazione ci eravamo riusciti. Io fui selezionato assieme ad altri due. L’esame l’avevamo fatto con una esercitazione su una modella locale. Con questa nuova forma organizzativa, grazie al gran lavoro che avevamo fatto, siamo diventati il gruppo U.N. F.A.S più numeroso d’Italia.

I CORSI DI “MAESTRO D’ARTE ACCADEMICO

Il Circolo ci consentiva di organizzare iniziative di ogni tipo e nel contempo ci dava la possibilità di frequentare i corsi di “Maestro d’arte accademico”. Erano occasioni per crescere professionalmente ma anche per richiamare la presenza delle grandi case dei prodotti per parrucchieri. Ricordo che con la “Cosmesis – Helene Curtis” partecipai al trofeo regionale Brusching e mi classificai tra i primi tre per partecipare al Trofeo nazionale che si sarebbe svolto all’Hotel Hilton di Roma presentato da Corrado e Dora Moroni.

GLI ANNI DEL BRUSHING

Erano gli anni del Brusching, una tecnica divulgata dalla inglese “Vidal Sassun” per mettere da parte i bigodini, il casco, lo sfilzino e la cotonatura sostituendoli con la forbice, pettine, spazzola e fon, dimezzando i tempi dei servizi e ottenendo risultati eccellenti; questa innovazione contribuì a trasformare il mercato. Detta tecnica elaborata dal nostro connazionale Vergottini, inizialmente non venne diffusa perché il noto acconciatore la riservava esclusivamente per il suo salone.

IL TAGLIO ALLA VERGOTTINI

Il taglio “alla Vergottini” ha avuto un successo strepitoso da subito perché era facile da lavare a casa, niente bigodini, solo un colpo di spazzola, grossa, piccola, media, piccolissima per frange bombate o piatte. Mentre il Circolo proseguiva il suo obiettivo, io mi allontanai per costituire un’altra società con altri soci. Era un modo per continuare a fare le stesse cose senza i vincoli dell’Accademia.

L’ABBANDONO TEMPORANEO DELL’ATTIVITÀ

Alla fine degli anni Ottanta, di fronte ad un grande Stress e un terribile mal di schiena che mi perseguitava da tempo, decisi di abbandonare l’attività e anche il negozio che nel frattempo avevamo aperto con mio fratello Renato a Sanluri. Negozio che Renato ha continuato a gestire autonomamente. Mi fermai dall’attività professionale per un anno.

APERTURA DEL SALONE A SAN GAVINO

Nell’anno 1991 spinto dalla passione ho aperto un nuovo salone nel comune di San Gavino perché avevo numerose clienti che provenivano dal guspinese. Nell’anno 2018 ho cessato definitivamente la professione e il salone è tuttora aperto: la conduce mio figlio Daniele.

CONCLUSIONI

Trascorrono gli anni, ma l’abitudine di conferire ai capelli forme diverse non sembra arrestarsi. Così, i giovani parrucchieri e le giovani parrucchiere tendono a diventare sempre più degli stilisti e a spostare l’attenzione del proprio lavoro dalla tecnica alla moda, aggiornandosi continuamente su tagli e capigliature di tendenza. La conoscenza di base rimane fondamentale, è vero, ma la categoria, se così si ancora si può chiamare, è sempre più al servizio dello stile. E io apprezzo le nuove generazioni di parrucchieri anche per questo.

RIPRODUZIONE RISERVATA
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