di Francesco Diana
Ogni tanto pare sia di moda disquisire sulle ipotetiche “Scie chimiche”, turbando le giornate di quanti, nonostante i ripetuti chiarimenti da parte della Comunità scientifica mondiale, persistono nel dubbio.
Secondo la tesi che sostiene l’esistenza delle così dette “scie chimiche”, queste sarebbero composte da un complesso di sostanze chimiche, quali bario e alluminio, oltre ad altri agenti patogeni di natura indeterminata, distribuiti nell’atmosfera da piccoli aerei a elica che, privi di sigla identificativa, volerebbero ben al disotto delle normali aerovie senza essere intercettati.
Secondo quanto riferisce un ex maresciallo dell’esercito, esperto meteorologo, le “scie chimiche” si differenziano dalle normali “scie di condensazione”, delle quali tratteremo in seguito, poiché manifestano una maggiore persistenza nel cielo, spesso dilatandosi fino a formare propaggini laterali o allargandosi per sfumare del tutto come una sorta di nebbia.
Nessuno dei sostenitori della predetta tesi è stato finora in grado di dimostrarne le finalità, salvo ipotizzare orizzonti nefasti riguardanti il controllo dello sviluppo demografico nel pianeta o, quanto meno, non ben precisati esperimenti di carattere scientifico.
La Comunità scientifica mondiale e tutti gli esperti del settore, quali meteorologi, piloti, controllori del traffico aereo ecc., smentiscono con forza l’ipotesi suddetta, asserendo che le uniche scie visibili in cielo sono solo ed esclusivamente quelle definite come “scie di condensazione”, originate nell’alta atmosfera dagli aerei in volo. L’Aeronautica Militare Italiana, attraverso il proprio Ufficio Relazioni con il Pubblico, sollecitata in proposito, così definisce le “scie di condensazione”: «le scie che seguono gli aerei in volo sono generate dalla condensazione di vapore d’acqua e sono di due tipi. Le une, durature e visibili anche da lontano, le altre effimere e visibili soltanto da vicino. Quelle brevi ed effimere si formano sulle estremità delle ali e dei timoni e sono dovute alla condensazione rapida dell’umidità propria dell’aria, raffreddata istantaneamente nei due processi di rapida compressione generata dal passaggio del velivolo e nella successiva ancor più rapida espansione che ne segue. (dette tracce di berenice NDR). Quelle più voluminose e persistenti nel tempo sono dovute al raffreddamento e alla rapida condensazione, su nuclei solidi ionizzati, delle grandi quantità di vapore acqueo presenti nei gas di scarico dei motori a getto. Le nuove generazioni di motori che equipaggiano i moderni aeroplani a reazione, per avere un migliore rendimento termodinamico dato dalla differenza di temperatura tra la camera di combustione e l’ambiente esterno, impiegano miscele di acqua e carburante la cui combustione genera enormi quantità di vapore acqueo che sono all’origine delle scie. Perché una scia sia visibile da terra e perduri nel tempo tanto da mostrarsi come una nube allungata, l’aereo che la genera deve volare in una fascia dell’atmosfera in cui la temperatura dell’aria sia inferiore a 36 gradi centigradi sotto lo zero e sia presente una quantità opportuna di umidità nell’aria stessa. Poiché la temperatura dell’atmosfera diminuisce man mano che si sale di quota, le scie si formano soltanto alle alte quote di volo dei jet. Ciò non avviene se l’umidità ambientale è al di sotto di un valore di soglia che dipende anch’esso dalla temperatura dell’aria. In conclusione se il jet vola in una zona dell’atmosfere abbastanza fredda e umida si forma ma evapora immediatamente per cui non è osservabile da terra. Per le caratteristiche termodinamiche dei motori, per le quote di volo e per la localizzazione, la quasi totalità delle scie che si osservano in cielo sono prodotte da jet di linea degli operatori commerciali. La loro durata è variabile da pochi istanti a minuti e talvolta a ore, in dipendenza dell’umidità, delle temperature e in genere delle condizioni termodinamiche dell’aria circostante».
Da quanto esposto, per la loro competenza e la loro autorevolezza, appare logico assegnare ampia attendibilità alle fonti ufficiali citate rispetto alle fuorvianti teorie riguardanti le “scie chimiche”.
A tal proposito, da profani, ci sia consentito di fare alcune considerazioni a discredito di quanto asserito in favore delle “scie chimiche”: a) si asserisce che le sostanze chimiche sono distribuite nell’atmosfera da aerei privi di immatricolazione che volerebbero a una quota più bassa rispetto ai normali aerei di linea senza essere individuati! È mai possibile ciò nell’era in cui viviamo, caratterizzata dai sofisticati sistemi di controllo del traffico aereo che qualche volta portano a intercettare in volo anche aerei civili non adeguatamente identificati? Peraltro, come potrebbe un piccolo aereo contenere una quantità tale di prodotti da generare le lunghissime scie? b) chi ha discrete conoscenze in campo aereonautico si accorge che le scie, in genere, seguono il tracciato delle normali aerovie civili; c) se la finalità delle “scie chimiche” fosse quella di regolare lo sviluppo demografico, come mai le osserviamo anche nel bel cielo azzurro della nostra Sardegna, dove l’incremento demografico ha un tasso prettamente negativo?
Esistono dunque altre “scie” oltre a quelle di condensazione?
Sicuramente si, ma non certo quelle concepite come “scie chimiche”. Le scie delle quali ci si debba preoccupare sono quelle lasciate delle intemperanze dei sedicenti tifosi, che spesso producono morti e feriti in nome di una passione che civile non è più; quelle dei fenomeni di bullismo nelle scuole in costante aumento, che crea non pochi problemi alle famiglie, quelle della convivenza civile fra i popoli, a prescindere dal colore della pelle o dal credo religioso, quella dell’effimera uguaglianza fra uomo e donna che porta spesso il primo a imporre con violenza la propria volontà, quelle dell’arroganza parlamentare di coloro che, eletti dal popolo in ossequio alla tanto decantata Democrazia rappresentativa, trasmettono al mondo intero spettacoli raccapriccianti di inciviltà da far rabbrividire anche i propri elettori, quelle che producono disoccupazione per i giovani, diseguaglianza fra la gente e odi di classe, quelle prodotte dai gas di scarico delle autovetture, dalle ciminiere delle industrie e dalle centrali termonucleari, causa delle profonde mutazioni climatiche che stanno mettendo a repentaglio ogni forma di vita nel nostro pianeta!
Queste e tante altre sono le “scie” più pericolose delle quali dobbiamo preoccuparci e per le quali dobbiamo impegnarci a trovare gli antidoti necessari, e non certo quelle frutto di immaginazione o di spiccata opportunità imprenditoriale, messe su nel 1997 da Richard Fiuke e Larry Waine a sostegno del proprio ufficio di consulenza sugli eventuali attacchi terroristici, che turbano la psiche di molte persone.
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