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Attualità Sardegna

Scientology: miti e credo di una religione attecchita anche nella nostra isola

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di Gian Luigi Pala
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In Sardegna sono registrati 500 iscritti ma i contatti, sporadici, “sono almeno 20 mila”.

Nicola Oi

Nicola Oi, 34 anni, di professione agente pubblicitario, guida a Cagliari la chiesa di Scientology, la religione creata e diffusa dall’America da L. Ron Hubbard.
La sede a Cagliari è in via Del Fangario al numero 27 dal 2008 ma nel capoluogo sardo la sede esiste dal 1987 in leggero ritardo rispetto a Nuoro che da precursore in Sardegna già poteva vantare la sua chiesa dal 1978.
Ma che attività svolge Scientology, quali sono i suoi criteri e perché trova in tutto il mondo un considerevole proselitismo?
“Le nostre attività prevalenti” spiega Nicola Oi, “sono  lo studio delle scritture del fondatore Hubbard, le pastorali individuali e i diversi momenti sociali che promuoviamo sul territorio”.
Soprattutto i diversi momenti sociali sono indirizzati alla prevenzione sulla droga, ai diritti umani e alla moralizzazione della vita civile.
La religione sviluppata dall’americano L. Ron Hubbard con influenze ricevute nel corso della sua vita in Asia e nel Pacifico del Sud vuole infatti offrire ai suoi adepti “un preciso sentiero che conduce a una completa e sicura comprensione della vera natura spirituale dell’individuo e della sua relazione con se stesso, con la famiglia, con i gruppi, con l’umanità”.
“L’obiettivo finale di Scientology”, sottolinea Oi, “è il vero progresso e la libertà spirituale”.
Precisa come più che una religione, Scientology sia “una filosofia religiosa applicata alla vita morale e non è una religione dogmatica i cui fedeli sono tenuti a credere a qualsiasi cosa per Fede. Al contrario, si scopre da soli che i principi di Scientology sono veri attraverso l’applicazione dei suoi principi e osservando e sperimentandone i risultati”.
Per intenderci, non si crede nell’aldilà e si predica la vita morigerata aborrendo ogni forma di libertinaggio ma favorendo ed esaltando la fedeltà di coppia.
Nessuna preclusione neanche per altre fedi religiose.
“Si può credere in Dio, Maometto”, insiste il presidente regionale Oi, “purché i loro precetti non siano in contrasto con noi”.
E a confermare la tesi rivela come nelle loro attività di diffusione nelle scuole dei principi contro le droghe capi di lavorare insieme con don Ettore Cannavera, sacerdote e creatore dell’istituto La Collina di Serdiana che accoglie i carcerati in un percorso di riabilitazione.
Oppure in attività sociali come quelle promosse nel periodo natalizio da promosso dal conduttore televisivo Gennaro Longobardi.
Ma come ci si avvicina a Scientology e, soprattutto, chi sono gli adepti, quali sono le loro caratteristiche?
“Si entra a farne parte dopo che si è parlato con qualche amico che spiega loro le sue esperienze”, spiega Nicola Oi, “oppure attraverso l’acquisto dei nostri libri dove ci sono i precetti, la nostra filosofia di vita”.
Affitto locale, attività divulgatoria, “tutto si mantiene autofinanziandosi, attraverso offerte o dalla vendita dei nostri libri”.
Ogni settimana iniziative divulgative contro le droghe, in tutti i centri della Sardegna, nelle strade, nelle scuole.
“Svolgiamo una decina di iniziative ogni settimana”, conferma Oi, “e tutto svolto dai volontari”.
E poi le attività nella “chiesa” di via Del Fangario a Cagliari.
Corsi, lezioni, studio della sconfinata produzione letteraria del suo fondatore.
E a proposito, visitando proprio la sede di Scientology a Cagliari, non può non colpire una stanza “che è presente in ogni sede di Scientology” come conferma lo stesso responsabile regionale: e cioè una stanza arredata a ufficio con mobili simil-stile anni ’50, a vista con tanto di scrivania, lampada e biblioteca preclusa con un cordone.
Si tratta della ricostruzione dell’ufficio di L. Ron Ubbard e nessuno vi può entrare. Sta lì come a dimostrare la sua immanente presenza e guida.

RIPRODUZIONE RISERVATA
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