di Antonio Obinu
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Tra le principali misure prese dal Governo italiano per inasprire le misure di contrasto all’emergenza epidemiologica provocata dal Coronavirus, c’è stata la chiusura totale delle scuole di ogni ordine e grado. Un fatto eccezionale, come del resto è eccezionale la realtà che stiamo vivendo.
Immediatamente allo stop ministeriale scuola e università hanno attivato lezioni, compiti ed esami a distanza. Se così facendo l’offerta formativa è stata salvata, è sicuramente venuto meno il valore aggiunto che l’istituzione scolastica garantisce e che non può essere sostituito da nessun 
decreto governativo: la socializzazione tra le ragazze e i ragazzi, al pari di un arricchimento culturale e formativo garantito dai viaggi d’istruzione, dalle visite guidate e dalla partecipazione agli spettacoli teatrali.
Una delle ultime uscite delle studentesse e degli studenti dell’Istituto di Istruzione Superiore Einaudi di Senorbì, è stata la partecipazione a Cagliari allo spettacolo “il Mare non ha Porte” della compagnia napoletana Liberaimago. Al termine ho avuto la possibilità di incontrare uno dei fondatori la compagnia, Roberto Ingenito, con il quale abbiamo discusso sia dello spettacolo sia delle motivazioni che spingono una ragazza o un ragazzo ad avvicinarsi al mondo del teatro.
Cosa raccontate nel vostro spettacolo, il Mare non ha Porte?
«Il protagonista poetico dello spettacolo è assolutamente il mare: il mare è lì, fermo e non può nulla rispetto a tutto quello che accade. Rappresentiamo il mare attraverso la bellezza della danza classica: raccontiamo l’odissea dell’emigrazione, l’odissea di quelle persone che affrontano l’ignoto andando incontro ad un futuro a loro sconosciuto. Non è la prima volta che ci confrontiamo con tematiche sociali impegnative; lo scorso anno abbiamo portato in scena la storia di Peppino Impastato, tema altrettanto forte con diversi spunti di riflessione e discussione».
Quali sono i motivi per cui una ragazzo o una ragazza decidono di “fare teatro?”
«Non c’è un percorso prestabilito, tutti noi di Liberaimago ci avviciniamo al teatro attraverso esperienze personali differenti; personalmente ho avuto la fortuna di conoscere questa forma d’arte grazie ai miei genitori: ero ancora bambino quando mi accompagnarono ad assistere ad uno spettacolo. La prima volta che son salito sul palco avevo circa 18 anni; ho completato gli studi universitari ma la passione è sempre stata il teatro. Sono trascorsi venti anni da quella prima volta, eppure l’entusiasmo e la passione sono sempre la stessa».
Quali difficoltà ha incontrato nel suo percorso?
«Il Teatro è una forma d’arte complicata da portare avanti; sebbene accessibile a tutti, in questo periodo storico è più facile avvicinarsi ad altre realtà come i social o la televisione perché danno più visibilità. Questo discorso è valido un po’ sul tutto il territorio nazionale».
Ci presenti la sua compagnia!
«La compagnia è stata costituita nel 2013, mentre il percorso con le scuole è più recente. I fondatori ed i collaboratori sono: Francesca Borriero, Fabio Pisano, Roberto Ingenito e Francesco Luongo; la distribuzione è affidata a Sonia Russo e Annaluisa Briaero. Allo spettacolo Il mare non ha porte hanno partecipato: Gianluca Ariemma; Francesca Borriero, Roberto Ingenito, che ne ha curato la regia; Francesco Luongo ed Emanuele Urga. Adattamento e scrittura del testo Fabio Pisano, ispiratosi tra gli altri ad Erri De Luca».
Tutti i progetti della compagnia al pari di tutto il movimento artistico nazionale, hanno subito lo stop imposto dal lokdown; la fase 2 è iniziata ma al momento non tutti i lavoratori del mondo dello spettacolo si sono sentiti tutelati.
Per ulteriori informazioni si allega il link dell’Ordinanza dell’ultimo DPCM che ha di fatto riaperto l’Italia.
http://www.governo.it/sites/new.governo.it/files/DPCM_20200517.pdf
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