Redazione
_____________________________________
L’istituzione della Sagra del Melograno è finalizzata alla valorizzazione di questo preziosissimo frutto, la cui conoscenza ha necessità di essere ulteriormente approfondita e diffusa.
La promozione del frutto rosso, a Serrenti, nasce da un lavoro di identificazione dei frutti presenti negli orti e nei cortili dei serrentesi, che ha avuto inizio da parte di un gruppo di volontari e dai tecnici dell’Agenzia Agris nel 2019.
La sagra è stata inaugurata dal sindaco Pantaleo Talloru e introdotta da una relazione tecnica del dirigente dell’Agenzia Agris Martino Muntoni, che è stata seguita dai visitatori con grande interesse.
Il melograno è una pianta la cui coltivazione ultimamente è in forte aumento, anche il consumo è in crescita sia freschi sia da spremuta, in purezza o mescolati ad altri agrumi.
Il nome scientifico della specie da frutto è Punica granatum e può avere un portamento arboreo o arbustivo, a seconda delle modalità di gestione.
Ne esistono specie che producono frutti commestibili e non. Una delle varietà più coltivate a Serrenti è la cosiddetta “dente di cavallo”.
La coltivazione del melograno si effettua solitamente in terra; patisce il freddo, specie se la temperatura scende sotto i 10° sotto zero. Per questo motivo può essere estesa la coltivazione nei paesi del Campidano. Per dare i frutti necessita infatti di temperature abbastanza elevate. Il melograno predilige terreni dal pH neutro, mentre non patisce il calcare o i terreni poveri di ferro.
Il periodo migliore per la messa a dimora è la primavera o l’autunno, cercando di evitare i periodi più freddi o piovosi.
L’altezza dell’albero raggiunge massimo i 3 metri. La pianta del melograno produce alla base dei ricacci. Tali ramificazioni, chiamate polloni, vanno rimosse all’attaccatura (con cesoie o seghetti) per permettere alla chioma una crescita corretta.
Nel caso di forma ad alberello la prima potatura dovrà essere tra gli 80 cm e 1 m d’altezza, mentre per le successive ci si potrà limitare ad eliminare solo le ramificazioni malate o danneggiate; è fondamentale sfoltire la ramificazione interna, per permettere alla luce di penetrare. Le melagrane si raccolgono in autunno; il momento specifico si capisce perché la buccia assume una tonalità rosso acceso o giallo. Utilizzando le cesoie per tagliare i gambi si scongiurano i rischi di danneggiare pianta e frutto. Di norma la raccolta può iniziare dalla fine del mese di ottobre e durare per tutto il mese di novembre. Sono diversi gli insetti che possono danneggiare i giovani germogli, gli steli fiorali e le parti più tenere del melograno; tra questi rientrano afidi, aleirodi e ragnetti rossi. La pianta del melograno può anche essere colpita da malattie crittogamiche quali muffa grigia e alternariosi.
Nel pomeriggio di domenica 6 novembre gli organizzatori hanno garantito la libera degustazione delle melagrane offerte dai piccoli produttori locali e la libera degustazione delle bruschette che son riuscite a esaltare il sapore dell’olio extravergine ottenuto da piante della varietà Semidana. L’animatore della Sagra Fulvio Tocco ha reso noto che la sagra si terrà annualmente la prima domenica di novembre farà parte dell’ampio calendario delle sagre della Sardegna. «Tante persone», ha affermato Fulvio Tocco, «hanno collaborato. Tutti volontari. Per essere stata la prima Sagra del Melograno è andata benissimo. Si è conclusa con un successo inaspettato».
RIPRODUZIONE RISERVATA
Aggiungi Commento