La poetessa di Serrenti grazie ai suggerimenti di Fabrizio De André divenne paroliere (autore del testo di una canzone di musica leggera) e ottenne l’attestato Siae, necessario per far parte della giuria delle Voci Nuove per Sanremo
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di Fulvio Tocco
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PREMESSA
Ornella Atzeni (1960) ha scoperto la sua ispirazione lirica a seguito della scomparsa del padre Antonio (1986). Da quel momento ha scritto testi con grande passione. E la passione è il sentimento che ha illuminato per anni la sua vita artistica. I molteplici motivi espressi nelle poesie sono tratti dalla realtà modesta della vita quotidiana e sono impregnati da una sottile malinconia, sempre confortata da un soffio di speranza. Così riportò la rivista “La Nuova Stampa” nel pubblicare le sue poesie. La sua lirica, “Nato per soffrire”, è pubblicata nell’antologia “Canti e silenzi”; successivamente è stata inserita anche nell’ edizione nazionale del libro “Poesie d’umanità” con una grande considerazione da parte della critica. Dall’anno 1994 Ornella Atzeni è abilitata alla composizione da parte della Siae, (Società degli Autori ed Editori). Nell’anno 2003 presentò a “Sanremo giovani”, Simone Grandin: cantante-compositore fotomodello veneto. Dario Lagostina, un genio nell’insegnamento delle emozioni e conosciutissimo nel mondo dello spettacolo, dopo che osservò con attenzione la performance di Grandin gli consigliò di fare un corso di portamento al Teatro di Stresa, all’epoca diretto da Franco Opini, per affinare la tecnica sul palco. Dall’anno 1994 all’anno 2003, Ornella Atzeni ha vissuto un decennio di grande impegno a contatto diretto dei personaggi della musica e dello spettacolo. L’impegno è un sentiero tortuoso, ma spesso è proprio attraverso la perseveranza e la dedizione che si raggiungono i risultati immaginati.

LE PAROLE DI ORNELLA ATZENI
In gioventù, per una fortunata circostanza, ho conosciuto la famiglia di Giuseppe Fiori. Lui giornalista affermato della carta stampata e successivamente della Rai. È stato vicedirettore del TG2 e senatore della Sinistra Indipendente per tre legislature (VIII, IX, X), dal 1979 al 1992. Abitavano a Roma ma nell’intervallo estivo si trasferivano nella città di Cagliari e mi chiamavano per dare una mano in casa. Durante quel periodo ascoltando lui, la moglie e scrutando i libri che leggevano ho capito che la cultura è un tesoro prezioso.
IL CONTATTO CON ROBERTO ROVERSI TRAMITE UGO PISU
Della mia esperienza in casa di Peppino Fiori, come lo chiamavano gli amici, ne parlai con Ugo Pisu di Serrenti, che nel 1986 presentò la sua prima raccolta in versi “I FIORI DEL BENE”, volume che riceve critiche lusinghiere, e anche importanti altri riconoscimenti. Quando Ugo si accorse che mi piaceva la Poesia, mi procurò il contatto con Roberto Roversi, suo amico personale e poeta affermato: i suoi scritti sono diventati testi di canzoni, messe in musica ed eseguite da artisti del calibro di Lucio Dalla; con quest’ultimo realizzò tre album discografici e uno spettacolo teatrale. Roversi volle leggere le mie poesie e successivamente le portò all’attenzione del “Comitato di ricerca letteraria” che le giudicò in questo modo: “poesie semplici” che dischiudono un mondo.
I SUGGERIMENTI DI FABRIZIO DE ANDRÈ
Tramite Roberto Roversi entrai in relazione con Fabrizio De Andrè, il celebre artista che non abbandonò l’isola nemmeno dopo aver subito un sequestro dall’Anonima, che andrai a trovare spesse volte nella sua casa di abitazione dell’Agnata. Questa proprietà, originariamente di pastori locali, si trova nelle campagne intorno a Tempio Pausania, a pochi chilometri da Nuraghe Majori, uno dei più importanti nuraghi dell’isola. Qui, De André ristrutturò la stalla, coltivò ulivi e viti, e creò un’oasi di pace e natura. Dopo diversi incontri mi prese in simpatia e in una di quelle piacevoli chiacchierate, mi disse: “Scrivi canzoni”. Io risposi che ero più portata per la poesia, ma lui non si perse d’animo e mi ribadì: “ti insegno io la metrica”, però devi studiare per riuscire ad essere abilitata alla composizione da parte della SIAE, (Società degli Autori ed Editori). Grazie al suo suggerimento e dopo aver studiato tanto e dato l’esame come paroliere (Autore della parte letteraria) nella sede di Roma, il 24 novembre del 1994 mi rilasciarono l’attestato SIAE n. 101160, che mi valse successivamente per essere indicata per far parte della Giuria delle voci nuove per Sanremo. A far parte di quell’ambiente fui invitata dallo scenografo Marco Calzavara che seguiva il mondo dell’intrattenimento e degli eventi televisivi.
IL CONSIGLIO
Fabrizio De Andrè percependo la mia passione per i testi mi consigliò di diventare autrice di Mia Martini. Mia era considerata una delle migliori cantanti della musica leggera italiana, dotata di una vocalità capace di coniugare note passionali a note più drammatiche con facilità. Ma nell’anno 1995, venne a mancare per cui non se ne fece niente.
CONCORSO PER VOCI NUOVE
È stata una delle vie per i nuovi talenti per entrare nel mondo musicale. Nella fase in cui partecipai di persona ha avuto parecchia attenzione da parte dei giornali e della televisione, andata via via scemando nei decenni successivi. La serata finale del concorso, che portava a decretare il vincitore o la vincitrice veniva trasmessa in diretta Rai in prima serata.
I vincitori ottenevano, per regolamento, un contratto discografico ed una partecipazione al Festival di Sanremo. Anche i non vincitori, però, venivano spesso messi sotto contratto, avendo comunque in molti casi la possibilità di iniziare una carriera nel mondo musicale. Negli anni in cui ero impegnata partivo dalla Sardegna verso la penisola sette volte l’anno. Successivamente svolgevo il lavoro da casa e ricevevo vagonate di CD da ascoltare e riascoltare per esprimere il mio parere. Era un impegno notevole. Ma ne valse la pena perché ho avuto il piacere di conoscere tanti personaggi importanti del mondo dello spettacolo e di sedermi al tavolo di lavoro con loro. A quel tavolo spesse volte vi partecipava anche Pippo Baudo che dal 1992 al 1996 condusse con enorme riscontro di pubblico e critica, cinque edizioni consecutive del Festival di Sanremo. Pippo, nel 1994 venne nominato, per la prima volta, anche direttore artistico. E condusse ancora con la duplice veste il Festival negli anni 2002, 2003, 2007 e 2008.
DUE ANEDDOTI SU DE ANDRÈ
Fabrizio De André è stato un cantautore straordinario, e la sua vita e le sue canzoni sono fonte di ispirazione per molti.
IL PRIMO ANEDDOTO
Quando ancora si usavano i telefoni fissi, in tarda mattinata, ricevetti una telefonata da Fabrizio e mi disse: “Ornella sai dove mi trovo”? “Sono al bivio di Serrenti”. “Vieni a casa ne sarei onorata”, risposi. “Non posso sto andando a prendere l’aereo” e mi salutò con grande affabilità.
IL SECONDO ANEDDOTO
Durante un’iniziativa speciale nella città di Cagliari per presentare un Album delle sue canzoni si fece anche una sorta di concerto promozionale; dietro le quinte si trovava il giornalista dell’Unione Sarda Marcello Atzeni che nel caos organizzativo cercò d’intervistarlo dopo essersi regolarmente presentato. Ma con i ritmi imposti (ad arte) dagli organizzatori, riuscì ad acquisire pochi elementi per stendere l’intervista. Fabrizio De André non era incline a concedere interviste frequentemente. Era schivo e defilato, evitando la promozione e il presenzialismo. Non amava salire sul palco per i concerti e aveva molte riserve nei confronti dei giornali e dei giornalisti. Successivamente a quel concerto promozionale mi contattò Marcello Atzeni; venne a casa per chiedermi di contribuire a concludere con altri dettagli l’intervista su De Andrè. Conoscendo la riservatezza del grande cantautore risposi che non avrei potuto dare il mio contributo perché sapevo benissimo quanto era riservato. Su quella richiesta di collaborazione da parte di Marcello Atzeni ci ho riflettuto tante volte, ma se avessi riposto alle sue domande avrei detto: che Fabrizio produceva capolavori unendo musica e poesia portando gli ascoltatori su mondi fantastici ed inesplorati, capace di superare ogni limite spaziotemporale.
LA MORTE DI DE ANDRÈ
L’11 gennaio 1999 avvenne la dipartita dell’uomo considerato tra i più importanti, influenti ed innovativi cantautori del nostro Paese e io in nome suo avrei voluto organizzare un’iniziativa musicale. Ne parlai col figlio Cristiano De André, nato dalla prima moglie di Fabrizio, Enrica Rignon, ma non si appassionò all’idea, però mi consigliò di fare la proposta direttamente a Dori Ghezzi; Dori, dopo avermi ascoltata, si mostrò subito interessata a condizione che ci fosse pure lei. Poi sulla questione si infilarono altri personaggi e agenti dello spettacolo italiano, preferisco non fare i nomi, per cui non ho potuto realizzare ciò che avevo in mente. Peccato.
LA PARTECIPAZIONE AI PREMI LETTERARI
Dopo l’anno 2003, pensa che Giancarlo Bigazzi in rappresentanza della casa discografica di Milano del maestro Nicorelli, mi faceva arrivare a casa mia le cassette in musica per completarle con i testi. Secondo lui e i suoi collaboratori, io dovevo abbinare le parole alla musica, cosa impossibile per me che venivo da tutt’altra formazione. Con Fabrizio de André funzionava in questo modo: io ci metto le parole poi tu ci metti la tua musica. Dopo l’intensa esperienza a “Sanremo giovani” ho continuato a partecipare ai concorsi e premi letterari e a coltivare un rapporto speciale, da simpatizzante, con l’Associazione dell’arma dei carabinieri dopo che scrissi la poesia il “Carabiniere”.
CONCLUSIONE
Se fosse ancora in vita Giancarlo Bigazzi, uno dei più noti autori e parolieri della canzone italiana che annovera tra i suoi successi discografici: rose rosse, montagne verdi, lisa dagli occhi blu, m’innamorai e tantissimi altri pezzi importantissimi scritti per Mina, direbbe che la nostra concittadina a “Sanremo giovani”, un concorso musicale italiano ove vi partecipano giovani cantanti con l’obiettivo di venire selezionati per il festival di Sanremo, era entrata dalla porta principale grazie alle referenze di Roberto Roversi è Fabrizio De André.
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