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ATTUALITÀ

Simone Saba: “Ho registrato una sezione corale nel Film Rai “Io sono Mia”

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di Maurizio Onidi

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Anche Simone Saba come tutti i sardi lontano dall’isola, ogni tanto sente il bisogno di tornare nella sua terra, tra la sua gente per ossigenare la mente, lo spirito e riassaporare la cucina di mamma Patrizia. Approfittiamo della sua presenza a Guspini per intervistarlo.
Per coloro che ancora non ti conoscono, ti chiedo di presentarti.
«Sono Simone Saba di professione musicista. Ho 25 anni e nel 2016 ho lasciato Guspini, il mio amato paese, per trasferirmi a Bologna. Studi classici con la passione per la musica fin da bambino. La filosofia e la letteratura latina e greca hanno contribuito ad alimentare il processo creativo e la scrittura dei testi».
Raccontaci come nasce la tua passione per la musica.
«I primi ricordi musicali risalgono all’età di quattro anni, quando mio padre, anche lui cantautore, chitarrista e tastierista, mi portava alle prove nella saletta di Montevecchio. Mi tappavo le orecchie per non sentire il rumore assordante della batteria. Respirare tanta musica sicuramente ha segnato la mia crescita. Ho iniziato a suonare la chitarra a 11 anni, per passare poi al pianoforte e al canto. A quindici ho iniziato a esibirmi nei locali. In Sardegna ho avuto modo di conoscere e collaborare con musicisti sensibili e preparati. Un grande merito va all’associazione culturale Benas che ha come obiettivo quello di fornire un ambiente produttivo tra le giovani promesse del Medio Campidano e che tutt’ora favorisce la divulgazione di produzioni musicali e stimola la cooperazione tra musicisti sardi».
Arriviamo al 2016, perché Bologna?
«Ho sentito l’esigenza di conoscere nuove persone e cercare un nuovo spazio. Nel 2016 mi sono trasferito a Bologna, dichiarata dall’Unesco “Città creativa della musica”, credo non sia necessario aggiungere altro per motivare la mia scelta. In questa coinvolgente città, ovunque si respira musica, dalle piazze più grandi ai portici più piccoli. Si susseguono le iniziative musicali e la professione del musicista è realmente riconosciuta e in parte tutelata. Nella città felsina arrivo con Federico Lampis, mio amico d’infanzia, pronto a scrivere un nuovo capitolo della mia vita e dove ho iniziato il mio primo percorso universitario diplomandomi in canto al Pearson e successivamente laureandomi alla Music Academy, seguendo il piano di studi dell’University of Bedfordshire, un percorso universitario moderno riconosciuto in tutti i continenti. Ho conseguito il titolo “Bachelor of Arts” e nel 2017 ho preso la borsa di studio. Per mantenermi agli studi ho svolto vari lavori, cameriere, barista, in cucina e come commesso. Tutte queste piccole occupazioni si sono rivelate importanti perché hanno contribuito a formare il mio carattere aprendomi a un mondo che ancora non conoscevo, qui ho capito l’importanza del dare e ricevere rispetto. Devo sottolineare che l’aiuto più grande sia morale che economico l’ho ricevuto dalla mia famiglia che non smetterò mai di ringraziare. I miei genitori Antonio e Patrizia, i miei fratelli Matteo e Gianluca mi sono stati sempre vicini sostenendomi in tutte le fasi della mia vita. Desidero aprire una piccola parentesi di vita quotidiana per evidenziare le difficoltà nel trovare un alloggio in affitto, appena arrivato a Bologna sono stato accolto dai miei parenti. A fronte di questa problematica nel tempo abbiamo deciso di ospitare provvisoriamente tanti nostri corregionali in attesa che trovassero una sistemazione per consentirli il raggiungimento degli obiettivi prefissati»
Quali sono le esperienze artistiche più importanti e le produzioni musicali?
«Nel 2017 ho formato i “BitWaves” e grazie al Centro Sviluppo Artisti mi sono esibito al Bedford Theatre di Londra, storico locale che ha ospitato artisti del calibro di Ed Sheeran, U2, the Clash. Qui ho avuto l’opportunità di conoscere e confrontarmi con musicisti come Xantonè Blacq, storico pianista e tastierista di Amy Winehouse. Abbiamo registrato un singolo, non ancora pubblicato, nello stesso studio di registrazione dove hanno registrato artisti del calibro di Vasco Rossi, Francesco Renga, Umberto Tozzi e altri. L’idea di entrare negli stessi posti in cui lavorano i grandi artisti ti fa respirare un’energia differente, positiva, più grande. Nel 2018 sono stato contattato grazie a Stefania Martin per registrare una sezione corale nel Film Rai “Io sono Mia”, interpretato da Serena Rossi, dove a me e altri artisti sono stati assegnati un numero preciso di brani con l’obiettivo di riprodurre fedelmente ciò che era stato registrato anni prima da Mia Martini e dai musicisti che hanno collaborato con lei. All’inizio del 2019 il Film è uscito per tre giorni in tutte le sale italiane e vedere un attore cantare con la mia voce in un contesto simile e leggere il mio nome nei titoli di coda è stata una delle esperienze più forti. Il mese successivo il film è stato trasmesso in prima serata sul Rai 1 registrando uno share del 31% e raggiungendo 7.7 milioni di spettatori, sicuramente un grande successo. Durante l’estate 2019 ho seguito l’arrangiamento del singolo “Fai da te” del rapper e freestyler Drimer, lavoro che ha dato inizio a un’importante collaborazione. Un’altra esperienza importante riguarda quella fatta sulle navi da crociera con “All That Fuzz”, una formazione veneta con la quale mi sono esibito per 90 giorni consecutivi, navigando tra la Norvegia, Svezia e Danimarca e ho avuto modo di conoscere persone provenienti da tutte le parti del mondo, nuove culture e ho potuto perfezionare il mio inglese».
Rifaresti quest’esperienza?
«La voglia di ripercorrere un’esperienza di questo tipo è fortissima e tutt’ora sono in contatto con l’agenzia di spettacolo per altri contratti in giro per l’Europa»
C’è un artista al quale in qualche modo ti senti più vicino o ti ispiri?
«Chris Cornell ha segnato la mia crescita musicale. Da lui ho imparato tanto, ho suonato e cantato tutta la sua discografia, in particolare i brani “like a stone” e “scream”».
Attualmente a cosa stai lavorando e quali sono i futuri programmi?
«A mia madre anticipo sempre i programmi prima di annunciarli al pubblico che mi segue sui social e lei mi dice sempre “Batti il ferro finché è caldo”. Per questo cerco di essere sempre in attività e alla ricerca di nuove opportunità lavorative senza mai smettere di crederci. Attualmente lavoro come musicista, compositore e arrangiatore, impartisco lezioni di canto e sto lavorando alla produzione di vari artisti. E mi sto dedicando a due progetti. Il primo riguarda la band dei “Deamante”, composta da Dario Boccato, Emanuele de Saraca Leguizamon, Lorenzo Angelucci, Moreno di Matteo. Il 10 gennaio di quest’anno abbiamo pubblicato il nostro primo singolo “Sara” prima su iTunes e successivamente su tutte le altre piattaforme digitali, manovra che ci ha consentito di entrare nella classifica Top 20 Italia posizionandoci al sedicesimo posto. Altri obiettivi della band prevedono la programmazione dei live nel territorio Italiano e successivamente la pubblicazione di un nuovo singolo, interamente dedicato al tema della famiglia con un sorprendente videoclip. L’altro obiettivo è la realizzazione di un progetto didattico innovativo, curato da me e da Nicola Porcu della Muriga Agency, rivolto sia a chi vuole approcciarsi al canto partendo dalla base sia a chi padroneggia quest’arte e vuole migliorare le sue performances liberando la propria espressività attraverso un metodo che parte dalla propria individualità. Vogliamo dimostrare che chiunque è in grado di cantare e di farlo in modo unico».
Come in tutti i lavori anche per voi artisti la strada è molto in salita, ti senti di dare qualche consiglio a chi vuole intraprendere quest’attività?
«È sempre molto difficile dare consigli mi sento però di condividere il principio che ciascuno di noi è artefice del proprio destino e che niente è lasciato al caso. Credere in ciò che si fa, investire il proprio tempo nell’ambito che riteniamo essere adatto alla nostra persona porterà sempre grandi risultati prima o poi, l’importante è non fermarsi mai. Il mondo dello spettacolo è sempre una grande incognita e non è mai tutto rose e fiori. Capisci che tra “ambire qualcosa” e “farlo realmente” c’è un abisso.
Non è più solo un sogno adolescenziale, diventa una professione che come tale richiede molte responsabilità. È un mondo in continuo divenire ed è per questo che rende tutto più energico e interessante, ma è altrettanto vero che a volte è in grado di metterti in crisi. Ci saranno dei momenti in cui la gente urlerà e ballerà con te, in altri momenti invece a nessuno interesserà che tu sia stanco, che non abbia voce o che le tue mani non riescano più a reggere uno strumento. È proprio lì che a parer mio si forma veramente il carattere. All’inizio dell’intervista ho parlato dei miei studi classici e proprio il pensiero filosofico mi aiuta a capire che tutto ciò è condizionato da quello che mi piace definire un grande principio di attrazione. L’individuo viene condizionato dall’ambiente in cui vive e a sua volta l’individuo influenza l’ambiente con la propria energia. Sono sempre più convinto dell’importanza del pensiero positivo, se pensi che andrà tutto male non otterrai mai i risultati a cui ambisci, se invece credi in ciò che fai, se pensi in positivo e se trovi l’energia giusta per affrontare le situazioni sono sicuro che troverai ciò che cerchi con tutti i risultati che ti meriti. Quindi dico come mia madre “Batti il ferro finché è caldo”».

RIPRODUZIONE RISERVATA
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