Durante la seduta consiliare di Sardara, tenutasi lo scorso 7 ottobre e aperta al pubblico per discutere di assistenza sanitaria in paese, è intervenuto anche Sisinnio Mura di 76 anni, pronipote del rivoluzionario Juan Sisinnio Mura di Villamar. «Vorrei mettere al corrente questo Consiglio comunale di una situazione ancor più grave del medico di base a Sardara. Come appurato dall’Ufficio Igiene dell’Asl 6 di Sanluri, la società che gestisce gli acquedotti dell’isola, Abbanoa, diffonde acqua non potabile, contenente veleni, e ce la fa pagare come se fosse acqua potabile». Illustrata la pericolosità e le conseguenze di assumere acqua avvelenata, Mura ha continuato: «Tra i compiti del sindaco, c’è quello della tutela alla salute dei cittadini e di provvedere all’approvvigionamento dell’acqua. Chiedo venga avviata una denuncia contro Abbanoa per due reati distinti: la diffusione di acqua dannosa per i cittadini e la truffa aggravata e continuata, anche ai danni dello Stato, perché la Società fornisce acqua pericolosa, spacciandola per potabile, anche in strutture pubbliche e statali, come le scuole e la caserma locale dei carabinieri». Anni fa lo stesso cittadino, assieme ad una cinquantina di compaesani, aveva denunciato questa irregolarità ma l’allora sindaco aveva rassicurato alla comunità di “farne tranquillamente uso, perché non aveva effetto immediato”. «Non ha effetto immediato come un colpo di pistola alla nuca o di un bicchierino d’arsenico – ha concluso in aula Mura – ma l’effetto è cumulativo nel tempo. Pertanto chiedo si esamini la competenza specifica del sindaco per tutelare i cittadini provvedendo ad esporre tutto alla Procura della Repubblica. Se non lo fa lei, sindaco, sono pronto personalmente, o anche insieme ad altri cittadini, a deporre denuncia contro Abbanoa e i suoi corresponsabili alla caserma locale dei carabinieri». Dai banchi dell’aula consiliare, nessuna conferma, nessuna smentita. Silenzio tombale.
Marisa Putzolu
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Vorrei proprio sapere se anche a San Gavino esiste lo stesso problema.
Grazie per aver pubblicato questo articolo.