di Claudio Castaldi
Da diversi anni è attivo a Pabillonis nel Centro di aggregazione sociale uno spazio dedicato ai ragazzi dagli 11 ai 18 anni con un appuntamento fisso il venerdì pomeriggio.
Col passare del tempo il target del servizio ha mirato a ringiovanire l’utenza dedicandosi prevalentemente ai ragazzi in età scolare.
La programmazione delle attività, laboratori e degli eventi di comunità è legata profondamente a quelle che sono le esigenze e le proposte del gruppo tenendo presente anche le stagionalità e le tematiche di attualità.
Lo Spazio Adolescenti è il luogo della relazione con professionisti di riferimento, della programmazione condivisa e partecipata, dove ragazzi e ragazze possono incontrarsi ed esprimere il loro protagonismo e i loro dubbi, confrontarsi e sentirsi accolti.
In questi anni si sono alternati una cinquantina di ragazzi, i più grandi dei quali animano la Consulta giovanile e si sono sperimentati in laboratori musicali, corso di fotografia e altre attività multimediali, gite, gemellaggi, partecipazione attiva ad eventi di comunità, raccolte di beneficenza e cene multiculturali. Sono state molto importanti in passato anche le collaborazioni con le scuole medie e in particolare con la Scuola Civica di Musica con la quale sono state fatte numerose iniziative.
Il servizio è gestito dalla cooperativa sociale “La Clessidra” per conto del Comune di Pabillonis attraverso un appalto che comprende anche altri servizi quali lo Spazio Infanzia, l’Informagiovani e lo Spazio Adulti.
Gli operatori impegnati sono due educatori specializzati nel lavoro con gli adolescenti che portano avanti tutte varie iniziative. Ne parliamo con Luca Sanna, educatore di strada.
Ci può raccontare la sua esperienza?
«Stare con questi ragazzi e condividere con loro momenti così importanti della loro crescita è un privilegio ma anche una grande responsabilità perché attraverso il nostro lavoro passano modelli e stili di comportamento; essere adulti e professionisti significa anche mettersi in gioco e in relazione con ragazzi senza tabù e pregiudizi, accettare le loro istanze e svolgere quel lavoro di mediazione intergenerazionale che spesso non riescono a trovare in altre figure adulte di riferimento. Nei questionari di valutazione ci descrivono come gli zii fighi che vorrebbero avere e questa è un grande risultato perché indica sia la vicinanza della relazione che il riconoscimento del ruolo educativo». «L’idea del laboratorio», conclude Luca Sanna, «è stata una proposta dei ragazzi nata dopo la festa di Halloween per prepararsi al futuro carnevale, e come spesso capita ci siamo buttati in questa attività guidati da un’esperta e i ragazzi hanno risposto alla grande!»
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