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ATTUALITÀ

Montevecchio – Ingurtosu: riparata la voragine in prossimità dell’imbocco per lo stradello della diga di Donegani

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di Sandro Renato Garau
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Nel 2024, percorrendo lo sterrato che da Montevecchio raggiunge Ingurtosu, dopo l’imbocco dello stradello che conduce alla diga Donegani e prima di quello che conduce a Pozzo Amsicora, sul lato sinistro della strada in leggera discesa, i cartelli di pericolo indicavano una voragine, creata da una galleria che ostruiva mezza carreggiata della strada.
A detta degli automobilisti e di chi l’ha percorsa a piedi o con altri mezzi, quel tratto di strada questa risultava pericolosa. Con grande sorpresa, ripercorrendo lo stesso sterrato si è potuto notare che la voragine è stata chiusa rimettendo in sicurezza la carreggiata e i cartelli di pericolo sono stati rimossi. Questo non può essere che un fatto positivo. La strada molto trafficata da turisti, cacciatori, escursionisti, cercatori di funghi e da quanti percorrono il Cammino di Santa Barbara è l’unica via che da Montevecchio conduce ai cantieri delle miniere di Ponente per raggiungere il villaggio di Ingurtosu e le sue miniere.
L’anno passato, incuriositi, dopo aver visto la voragine abbiamo chiesto a chi aveva lavorato sino al 1991 ad Amsicora, ultimo cantiere aperto delle miniere di Montevecchio, se, a detta loro ci fossero pericoli di ulteriore crollo da giustificare l’interruzione della circolazione su questa strada. La risposta è stata che poteva essere possibile ma che chi conosceva la situazione delle gallerie era l’ufficio geologico delle miniere ormai dismesse.  Ieri, la voragine era chiusa. Non sappiamo se l’intervento sia stato eseguito dall’Igea quale soggetto giuridico operante nell’attività di messa in sicurezza, il ripristino ambientale e la bonifica di aree minerarie dismesse in Sardegna, o forse dalla Provincia del Sud Sardegna, o dai lavori pubblici del comune di Arbus o Guspini. Ciò che è certo è che il manto stradale è stato ricondizionato. E questo è bene. Riflettendo si può ipotizzare che un passo ulteriore, auspicabile, vista la situazione in caso si piogge, potrebbe essere quello di mettere in sicurezza alcuni costoni della montana e il ricondizionamento delle cunette e magari… la bitumazione dei pochi chilometri di strada che collega i due centri minerari. Sarebbe una grande contributo alla valorizzazione di un ambiente naturale unico, al recupero della storia locale che lì è cresciuta in quasi due secoli tra gallerie e cantieri a cielo aperto. Inoltre sarebbe un valido apporto a un’industria turistica che nel nostro territorio ha bisogno di molto sostegno, iniziando dalle infrastrutture complementari e necessarie allo svolgimento di qualsiasi attività di natura economica.

RIPRODUZIONE RISERVATA
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