È senza dubbio fra le realtà socio-culturali più longeve del paese: parliamo del gruppo “Su Crasi”, l’associazione locale che, da oltre quarant’anni, si occupa di diffondere l’arte e la cultura del territorio nel paese. La nascita del gruppo, di ispirazione cristiana, ebbe luogo a metà degli anni ’70 grazie all’interesse di un gruppo di persone intraprendenti dell’epoca fra cui l’artista locale Antonio Sanna; le prime attività furono delle commedie di carattere teatrale che, in occasione del carnevale, venivano messe in scena, per poi ampliare i propri orizzonti solo in una fase successiva. «Dal 1975 – spiega Antonio Sanna – l’associazione “Su Crasi”, insieme ad altri gruppi locali, inizia a cimentarsi nel muralismo: la presenza di esuli cileni, ospiti nel paese, aveva dato origine a quest’arte. Il nostro gruppo, prima di mettere mano sull’arte muralistica, si impegnò però a cercare un dialogo con i rappresentanti locali dei maggiori partiti politici dell’epoca mettendoli al corrente sulle tematiche che avremmo voluto affrontare, fra queste: emigrazione, inquinamento, scempi archeologici e angoli scomparsi del paese». Il primo murale realizzato dal gruppo “Su Crasi” raffigurava il fiume Mannu, uno dei più inquinati della Sardegna. A questo ne seguirono degli altri, circa una sessantina.
«Realizzammo quei murales – continua Sanna – senza che la nostra associazione ricevesse alcun contributo pubblico. In quegli anni, nel paese, erano presenti diverse frange politiche fra le quali, spesso, si innescavano dibattiti accesi. Tali divergenze si riflettevano anche sul diverso modo dei gruppi di concepire l’arte: i nostri murales, sottolineavano i nostri “oppositori”, venivano considerati spesso come “cartoline” o “quadri da salotto”. Il 6 gennaio 1980 è stata una data che ricordo con amarezza: alcuni nostri murales vennero imbrattati con il simbolo anarchico. Ricevemmo solidarietà da tanti per quanto accaduto, anche da parte di alcuni scrittori dell’epoca che, approfittando di quel piccolo momento di notorietà dei nostri murales, giudicarono il nostro stile pittorico e la tecnica usata “adeguati” al vissuto della collettività». Le attività de “Su Crasi” continuarono: Il gruppo, nel gennaio del 1981, con l’aiuto dell’allora parroco Tito Cabiddu, ripristinò la festa di San Sebastiano e allestì, nei locali dell’ex scuola elementare, in occasione delle festività della madonna d’Itria, una mostra artigianale che venne riproposta per una decina d’anni. Nel 1986 entrò a far parte dell’associazione anche Albertina Piras. L’occasione si presentò quando, quell’anno, si scatenarono degli incendi nelle campagne del paese di natura dolosa e il gruppo pensò di allestire una mostra fotografica delle piante locali prima che queste scomparissero del tutto; anche la scuola locale, nella quale Albertina Piras lavorava come insegnante, la visita: per lei fu il primo approccio con “Su Crasi” per quella che sarebbe stata una lunga collaborazione. «Da allora sono passati ben 34 anni – racconta con un pizzico di commozione la stessa Albertina Piras – e ancora, su quel tavolo di lavoro, prosegue il dialogo». Dalla fine degli anni ’80 il gruppo inizia a spaziare su nuovi fonti: si interessa di poesia (sia in italiano che in lingua sarda), di nuovi corsi di pittura e muralismo, di mostre fotografiche con immagini del passato inerenti la storia e le tradizioni passate. Il duo composto da Antonio Sanna e Albertina Piras inoltre, dall’inizio degli anni ’90 a oggi, ha scritto e pubblicato una decina di libri sulla storia, la cultura e le tradizioni locali con inserzioni di diversi studiosi; fra questi: Giulio Angioni, Giovanni Murgia, Gianni Mameli, Mario Ledda, Salvatore Atzoni, Roberto Ibba e Domenico Sanna. Di prossima pubblicazione vi sono due nuovi libri: “I Murgia, una famiglia nella storia dell’Unità d’Italia” e “Il retablo della Madonna del latte dolce di Pietro Cavaro attraverso la fede”.
«La popolazione – conclude Antonio Sanna – ha spesso collaborato alle attività proposte; dopo tanti anni penso sia doveroso esprimere alla comunità un sentito ringraziamento. Rimane il rammarico che, nonostante l’impronta che abbiamo lasciato, manchi verso “Su Crasi” un riconoscimento da parte delle amministrazioni che si sono succedute. Siamo però fiduciosi che quanto fatto dal nostro gruppo venga ricordato: la nostra comunità, intanto, credo si debba impegnare quanto più per uno spirito unitario nel paese. Noi stessi, recentemente, abbiamo collaborato con altre associazioni nella realizzazione di corsi come particolari l’intreccio delle palme e della costruzione dei presepi e per la duplice manifestazione di “Monumenti Aperti” e la sagra locale appena svoltesi durante le quali abbiamo aperto “casa Sanna” e “casa Piras” ai visitatori».
Simone Muscas
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