Una storia della lingua sarda scritta interamente in Sardo con traduzione in Italiano
di Giovanni Spano
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È in libreria “Su Sardu, lìngua de Europa”, l’ultima fatica dell’Acadèmia de su Sardu, con articoli di Luca Maurizio Atzori, Valeria Lecca, Massimo Madrigale, Alessandro Pintus, Giampaolo Pisu e Giovanni Spano, realizzata grazie a un contributo della Fondazione di Sardegna.
Una storia della lingua sarda dalla prima Guerra punica, fino a… Angius’ House, passando – a puro titolo esemplificativo – per Genserico, i Condaghes, Eleonora d’Arborea, Girolamo Araolla, Salvador Vidal, Matteo Madao, Melchiorre Murenu, Max Leopold Wagner, Massimo Pittau, Eduardo Blasco Ferrer, Cicitu Masala, Aquilino Cannas, Antioco Casula Montanaru, Antonio Garau, Salvator Angelo Spano, don Antonio Pinna, Paolo Pillonca, Mario Puddu, Paola Dentoni, Remundu Piras, Pepe Sozu, Claudia Aru, Bujumannu, Maria Giovanna Cherchi, gli Istentales, Elena Ledda, Dr. Drer, Randagiu Sardu, Ottavio Congiu, Gianluca Medas, Alessandro Pili e tanto altro ancora!
Siamo abituati a parlare di lingua sarda utilizzando l’Italiano. In questo caso, per ridare al Sardo la centralità che merita, si è scelto di scrivere il libro interamente in Sardo, nelle macrovarianti Campidanese e Logudorese/Nuorese, con traduzione italiana a fronte.
Un viaggio nella storia della lingua sarda che parte dalla prima Guerra punica, passando per le vicissitudini oscure degli anni che precedono l’anno mille e poi, attraversando tutto il Medioevo, la Carta di Nicita, la nascita delle prime università, il proibizionismo linguistico e la rinascita del ‘900, arriva fino al… QR-CODE dei giorni nostri. Infatti sarà possibile “sparare” con il cellulare i QR-CODE presenti all’interno del libro per aprire contenuti multimediali che completano il testo. Un libro che sarà utilissimo nelle scuole di ogni ordine e grado, ma che sarà utile anche per approfondire la propria cultura personale.
Numerosi gli approfondimenti: un capitolo è dedicato ai padri della linguistica sarda, un altro alla letteratura otto-novecentesca scritta in sardo. Il quarto capitolo è dedicato ai lessicografi, coloro che hanno speso tempo e risorse per la redazione dei dizionari dei quali noi tutti ci possiamo avvalere oggigiorno. Grande spazio è stato riservato alla musica: i “cantadoris” ricoprono un ruolo fondamentale all’interno dell’opera, così come gli autori e i gruppi di musica moderna e contemporanea, che hanno portato la lingua sarda in giro per il mondo. Concludono il libro un capitolo dedicato ai nuovi media e lo spettacolo e un ultimo capitolo dedicato ai padri del movimento linguistico sardo.
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