«Una vera e propria truffa nei confronti della Sardegna si sta mettendo in atto da parte del Governo riguardo gli accantonamenti». L’assessore regionale al Bilancio Rafaele Paci non usa mezze misure e ora chiama a raccolta «tutti i parlamentari impegnati a Roma per difendere i nostri interessi». Secondo Paci si tratta infatti «di una furbizia inaccettabile» da parte del Governo nazionale. Dopo il silenzio assoluto seguito alle numerose richieste di incontro per avviare le trattative verso una nuova intesa, il Governo nella sua Finanziaria nazionale ha imposto per il 2019 ben 536 milioni di accantonamenti. «Questo significa», spiega l’assessore Paci, «che hanno reinserito i 285 milioni non più dovuti in seguito alle sentenze della Corte Costituzionale e che noi infatti non abbiamo previsto nella nostra legge di bilancio. Si tratta di una mossa scorretta e politicamente sleale perché ci impone prelievi non più dovuti e ci sottrae risorse indispensabili per le nostre politiche di sviluppo».
Ma cosa ha fatto scattare l’ira e la conseguente protesta della Regione?
«Consapevole che le norme di Monti erano ormai illegittime dopo la sentenza 77/2015 della Corte Costituzionale», sottolinea ancora Paci, «il Governo ha messo a punto una nuova norma (articolo 63) che impone alla Sardegna 536 milioni di accantonamenti, esattamente la stessa cifra degli accantonamenti imposti nel 2012 da Monti, compresi dunque i 285 milioni ormai decaduti». Anche l’Avvocatura Generale dello Stato, sulla base di quella sentenza, ha riconosciuto che “il concorso alla finanza pubblica, previsto dall’art 16, comma 3 del dl 95/2012, cessa di essere dovuto” (AGS, Memoria di Costituzione CT 9116/2018 del 10./4/2018). Quindi nella proposta di bilancio 2019-2021 della Regione Sardegna, questi 285 milioni sono stati legittimamente stanziati in un apposito fondo per il ripiano del disavanzo sanitario e per finanziare interventi di investimento e di sviluppo del territorio.
Lo scorso 25 ottobre la Regione dopo aver inutilmente atteso risposta dal Governo alle ripetute richieste di incontro ha annunciato il rifiuto di pagare nel 2019 i 285 milioni di euro non più dovuti. Con questa decisione, la quota degli accantonamenti che la Sardegna ritiene legittimo sulla base delle leggi in vigore versare allo Stato per risanare il debito pubblico italiano per il 2019 passa da 754 a 250 milioni (ossia 754, meno i 219 contestati con i ricorsi e quindi non pagati, meno questi ultimi 285) con un “risparmio” di 504 milioni. Una decisione doppiamente legittimata dalla scadenza degli accantonamenti Monti e dal richiamo all’intesa da parte della Corte.
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