di Andrea Lanterna
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L’autore approfondisce la storia della struttura a partire dai tempi più remoti. Tarcisio Agus Agus riporta i risultati del professor Cesare Casula riguardo una chiesa perduta a Guspini intitolata a Santa Barbara e li collega con la scoperta di tre capitelli tardoromani usati come materiale per l’altare maggiore.
Questo ritrovamento, unito alle tracce di fondamenta e catacombe, ha permesso di localizzare la chiesa di Santa Barbara proprio sotto al “Duomo dei Re” e di comprendere le sue origini paleocristiane.
Anticamente infatti l’area in cui oggi sorge la chiesa fu la “Metalla di Neapolis”, ovvero l’area minieraria in cui i cristiani scontavano i lavori forzati, ed è proprio da questa attività che Guspini trae il nome, dal latino Cus-Cuspides, “luogo delle punte”, ovvero piccozze e picconi.
Da questo antico nucleo cristiano la storia arriva fino alla struttura attuale e Agus ne approfondisce alcune peculiarità rare in Sardegna come la facciata, dove il rosone a traforo convive con le due teste marmoree di Carlo V re di Spagna e Filippo II, suo figlio, re di Sardegna. L’autore non riesce a ricostruire se dietro questa scelta insolita ci sia stato l’interesse di uno dei personaggi ritratti ma resta una testimonianza dell’assolutismo monarchico spagnolo.
La ricerca storica si sofferma anche su un’altra peculiarità di San Nicolò: la presenza di due percorsi penitenziali all’interno della chiesa per opera del rettore Sirena, in carica verso la fine del Settecento. In questo caso si intrecciano le influenze spagnole, con il Cammino di Compostela come riferimento culturale, alla situazione di Guspini dell’epoca, in cui erano ancora diffuse pratiche occulte.
San Nicolò diventa non più solo protettore dei naviganti in senso letterale, afflitti dai pirati saraceni, ma un simbolo della salvezza dell’uomo nelle difficoltà della vita.
“Il Duomo dei Re”, Giorgio Ariu editore, offre degli spunti originali ed è un’opera significativa nello sforzo della ricostruzione della storia di Guspini sin dai tempi di Neapolis, sua illustre antenata.
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