di Lorenzo Di Biase
______________________________
A Terralba (OR) in via Roma 140 nello spazio culturale “Su magasinu de Akraxiau”, sabato 7 dicembre dalle 17,30 si è tenuta la conferenza dedicata al martire della Repubblica Giacomo Matteotti. Organizzata dall’associazione “GRANATE ROSA” di Terralba in collaborazione con l’associazione “ANPPIA” sezione zonale di Guspini e la partecipazione dell’associazione “La scuola del popolo” di Uras la conferenza ha visto la partecipazione di un pubblico numeroso e attento proveniente anche dai centri vicini di Uras e Guspini. I lavori della conferenza sono stati moderati dalla presidentessa delle “Granate Rosa” Rosalba Cocco che ha introdotto, gestito e tratto le conclusioni al termine dell’incontro e la serata ha visto le relazioni di Lorenzo Di Biase Vicepresidente regionale “Anppia Sardegna”, di Paolo Concas Segretario sezione “Anppia” Guspini e di Ivo Vacca Presidente nazionale de “La scuola del popolo”. Inoltre, le socie delle “Granate Rosa”, Ausilia Piras, Giuliana Pinna e Nicoletta Celegato, hanno letto alcune lettere scritte dal Matteotti alla moglie Velia Titta (tratte dal libro di Giacomo Matteotti, “Lettere a Velia” a cura di Stefano Caretti, Pisa University Press, Pisa 2021) grazie alle quali la parte più romantica e sentimentale di Giacomo Matteotti viene allo scoperto. Rosalba Cocco ha voluto rivolgere un pensiero a Maurizio Orrù, Segretario regionale Anppia Sardegna nonché componente dell’Esecutivo e del Consiglio nazionale appena scomparso.
L’onere di presentare al pubblico la fulgida figura di Giacomo Matteotti da un punto di vista storico e politico è stato affidato al prof. Lorenzo Di Biase dirigente regionale e nazionale dell’Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti, Anppia. Ed a lui la moderatrice ha dato subito la parola.
Il prof. Di Biase nella sua lunga e articolata relazione ha illustrato la figura di Giacomo Matteotti, amministratore comunale e provinciale nel Polesine come socialista, per divenire in seguito parlamentare eletto sempre nelle file del PSI nel 1919 e nel 1921 per poi essere ancora confermato nel 1924 nelle liste del PSU di cui egli era Segretario nazionale. Il relatore ha tracciato la figura umana e politica dagli inizi nella sua terra d’origine Fratta Polesine e la provincia di Rovigo. Antimperialista, antimilitarista ed europeista convinto, parlava già in quei lontani anni una Europa unita che andava a sostituire la miriade di piccoli stati fautori spesso di guerre. Veniva chiamato dai suoi avversari politici il “Socialista impellicciato” e dai suoi compagni di partito “Tempesta”. Ma lui non si lasciava influenzare né intimidire perché aveva chiara la meta. Sconfiggere Mussolini e il suo partito fascista del quale aveva capito la pericolosità per la democrazia e per la giustizia. Il prof. Lorenzo Di Biase ha illustrato anche la sua parentesi di soldato dal 1916 al 1919 in quel di Sicilia arruolato d’imperio a seguito di un intervento contro la guerra da Matteotti proferito durante un consiglio provinciale di Rovigo che gli costò anche un procedimento penale. La fine della sua vita terrena venne decretata dal fascismo a seguito di un durissimo intervento di fine maggio del 1924 durante i lavori di insediamento della nuova legislatura in cui, senza peli sulla lingua né giri di parole, denunciava i brogli e le violenze subite da chi osava votare in modo libero e autonomo chiedendo a gran voce che venissero annullate le elezioni.
Poi il relatore ha proceduto ad illustrare il suo rapimento, la sua barbara uccisione, e il tragicomico processo celebrato prima a Roma e poi a Chieti contro i componenti della banda Ceka autori del misfatto. Ma il prof. Di Biase ha anche illustrato la tesi, dallo stesso non condivisa, che l’omicidio poteva essere collegato all’affare Sinclair Oil, azienda petrolifera americana e alle sue tangenti erogate a personaggi influenti e vicinissimi a Mussolini. Per arrivare infine alla nascita della Repubblica Italiana in cui la Corte d’assise di Roma istruì seriamente il processo nei confronti del manipolo di fascisti Dumini, Giunta, Rossi, Viola, Poveromo, Malacria, Filippelli e Panzeri. Mediante la revisione del processo, i primi tre furono condannati all’ergastolo (poi commutato in trent’anni di carcere), Cesare Rossi venne assolto per insufficienza di prove, mentre per gli altri imputati si ravvisò il non luogo a procedere a causa dell’amnistia Togliatti disposta dal D.P.R. 22 Giugno 1946, n.4. Infine, solo sei anni dopo il Dumini verrà amnistiato.
Alla fine del suo lungo intervento la moderatrice Rosalba Cocco ha dato la parola al segretario dell’Anppia di Guspini Paolo Concas che ha inizialmente ringraziato del pensiero della Cocco rivolto a Maurizio Orrù per poi ricordarne il suo operato, il suo impegno, la sua passione. In seguito, ha portato alla conoscenza dei presenti i valori della nostra associazione Anppia raccontandone la storia dalla sua costituzione ai giorni nostri e ha rimarcato infine l’importanza della figura di Matteotti nel mondo dell’antifascismo militante per gli alti valori che egli seppe esprime. Valori universali e sempre di grande attualità. A seguire la lettura da parte della signora Nicoletta Celegato di una lettera di Matteotti spedita alla moglie Titta. Quindi la Cocco ha invitato a parlare l’ultimo relatore Ivo Vacca, il quale ha incentrato il suo intervento sulla necessità di riflettere su ciò che fu e come evitare il suo ripetersi. La chiave di lettura proposta nel suo intervento è stata “l’indifferenza”. Indifferenza non intesa come disinteresse o vigliaccheria, quanto come risultante dalla mancanza di cultura che porta all’agire spinti solamente da un vantaggio immediato personale e non collettivo perché: “tanto a me non può succedere”. Indifferenza e apatia che ha regnato nella società italiana del dopoguerra dopo l’arrivo del movimento fascista e il suo utilizzo della violenza nella competizione politica. Ha poi illustrato l’attività della sua associazione, gli scopi prefissati e ha invitato le altre associazioni a collaborare nel nome della cultura come grimaldello per combattere la solitudine e i luoghi comuni. Infine, Ausilia Piras e Giuliana Pinna hanno concluso la serata con la lettura di ulteriori due lettere sempre vergate dal Matteotti e dirette all’amatissima moglie Velia. Alla fine della conferenza, prima della chiusura dei lavori, il prof. Lorenzo Di Biase ha voluto con voce a tratti tremolante e rotta dall’emozione, rivolgere un saluto allo scomparso Maurizio Orrù, ricordandone la lunga amicizia nell’Anppia durata per oltre 25 anni e finita solo a causa della prematura scomparsa. Ha voluto ricordare i tanti Congressi e Consigli nazionali svolti in numerose città italiane, le tante attività svolte assieme, le riunioni nella sede di Cagliari per definire linee politiche, manifestazioni, attività e tanto altro ancora. Infine, dopo un caloroso applauso, la moderatrice Rosalba Cocco ha chiuso la serata con alcune riflessioni sull’importanza di aver celebrato a Terralba la figura di Giacomo Matteotti per poi invitare tutti i partecipanti ad un goloso e gustoso rinfresco preparato dalle socie “Granate Rosa”. L’Anppia come suo solito, ha voluto omaggiare Ivo Vacca e le signore Rosalba Cocco, Ausilia Piras, Giuliana Pinna e Nicoletta Celegato, di un libro su Gramsci a ricordo della conferenza e come segno di ringraziamento per l’impegno profuso per la perfetta riuscita della manifestazione.
RIPRODUZIONE RISERVATA
Aggiungi Commento